Palazzo Ducale di Genova ospita, dal 10 novembre 2017 fino al 6 maggio 2018, la mostra “Picasso. Capolavori dal Museo Picasso di Parigi“.
L’esposizione vuole documentare, attraverso più di 50 opere di Picasso e numerose fotografie, non solo e non tanto il percorso artistico del genio catalano, attraverso i diversi periodi e i vari stili dell’artista dall’inizio del Novecento fino agli anni Settanta, ma anche mostrare le opere più care a Picasso.
Dagli studi preparatori per le “Demoiselles d’Avignon” fino alle opere tardive degli anni ’70, la mostra ripercorre oltre mezzo secolo di sperimentazioni, testimonia la straordinaria varietà che caratterizza la pittura di Picasso e testimonia la storia delle abitazioni dell’artista e delle vite incrociate di opere e abitanti.
Le opere esposte in mostra, e i loro “viaggi” da uno studio all’altro hanno una grande potenza rivelatrice: attraverso le immagini degli atelier, come attraverso le opere, sarà possibile contemplare l’artista al lavoro ma soprattutto ciò che ha scelto di mostrare e ciò che di proposito ha tenuto segreto.
Il famosissimo fotografo Brassaï paragona i quadri che Picasso appende alle pareti a una “riunione delle opere della stessa covata raggruppate come per un ritratto di famiglia”. Ancora Brassaï ricorda la sorpresa con cui nel 1932, dopo aver conosciuto l’artista, scopre l’atelier al 23 di Rue La Boétie, che definisce un “bazar”. In mezzo a tanto disordine c’è una costante: Picasso, l’“accumulatore”, agisce anche da autentico conservatore museale; ogni atelier è occasione di un nuovo allestimento, in cui le sue opere dialogano con i quadri che colleziona, di maestri antichi o contemporanei.
Una fotografia di Dora Maar del 1940 mostra infatti, a Royan, alcune opere dell’artista accostate al “Mazzo di fiori con cioccolatiera” (1902) di Henri Matisse; qualche anno dopo, nel 1958, uno scatto di André Gomes immortala l’atelier della villa La Californie, a Cannes, dove due tele di Renoir sono addossate a una delle celebri immagini di colombe di Picasso.
Nei suoi atelier il maestro spagnolo dispone, sposta, riunisce, esattamente al contrario del museo immaginario di André Malraux, che è “necessariamente un luogo mentale”.
Il rapporto di Pablo Picasso con la pittura oscilla, per tutto il Novecento, tra la propria perizia tecnica e i continui dubbi nei confronti della sua stessa arte.
Il percorso della mostra, tematico e cronologico, approfondisce e illustra in dieci sezioni la creatività del grande artista: i suoi quadri divengono i personaggi di un immenso teatro che illumina, da tanti punti di vista, alcuni importanti principi della sua creazione, dei suoi dubbi, che lo stesso Picasso riassume, dieci anni prima della sua morte, così: «La pittura è più forte di me, mi fa fare quello che lei vuole ».
La mostra, curata da Coline Zellal, conservatrice del patrimonio del Museo Picasso di Parigi è promossa da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, dal Comune di Genova e dalla Regione Liguria, ed è organizzata da Mondomostre Skira in collaborazione con il Museo Picasso di Parigi.