Rende omaggio a Guido Strazza per i suoi imminenti 95 anni, la mostra che, dal 10 dicembre 2017 all’8 aprile 2018, è aperta al pubblico a Venezia, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro.
Un nucleo di oltre 40 opere – 12 dipinti e 36 opere grafiche – vengono donati dall’artista romano, da sempre “veneziano di adozione”, alla Galleria Giorgio Franchetti.
Si tratta di un nucleo di lavori molto specifici di Strazza, da lui dedicati prevalentemente alle geometrie dei Cosmati, gli abilissimi marmorari romani che nei primi due secoli dopo il Mille impreziosirono con opere di assoluta maestria chiese e palazzi, attingendo a più antichi modelli veneto bizantini.
Ad unire la Cà d’Oro, Guido Strazza ed i Cosmati c’è la figura di Giorgio Franchetti.
Franchetti si cimentò direttamente in uno degli edifici simbolo di Venezia, la Ca ‘ d’Oro, da lui acquistata e donata allo Stato nel 1916. Strazza fu attratto dai pavimenti musivi delle basiliche romane negli anni della seconda guerra mondiale.
Realtà, simbolo e astrazione si fondono, combinati dalla passione per le pietre pregiate, accanitamente raccolte da Giorgio Franchetti, tra Roma, Firenze e amorevolmente da lui rimontate nel pavimento della Ca d’Oro; contemplate, copiate da Strazza in anni difficili, di armonia perduta, e rielaborate decenni dopo, tra gli anni Settanta e Ottanta.
L’interesse di Strazza per i Cosmati muove da quell’incunabolo di ispirazione che fu il Futurismo: da lui conosciuto con la guida di Filippo Tommaso Marinetti.
Le ruote di porfido con le fasce circolari dovevano essere familiari a un aeropittore, che fu davvero pilota di aviazione. Le riflessioni su movimento, spazio e luce, il rapporto con le altre arti, in particolare la musica, sarebbero stati sempre al centro della riflessione di Strazza, dei suoi segni, sia pittorici sia grafici, e partono da quella giovanile e precocissima esperienza.
Nell’occasione dell’esposizione del prestigioso corpus di opere di Guido Strazza, Claudia Cremonini ha deciso di proporre al pubblico un nucleo di testimonianze dei maestri lapicidi alto medievali, patrimonio del Museo veneziano. Non solo i celebri pavimenti cosmateschi, dunque. Ma anche, in rapporto diretto e formalmente stringente con alcuni pezzi della donazione, frammenti lapidei, ceramiche, elementi architettonici della stessa Ca d’Oro, o inseriti in essa dal Barone Franchetti, che, nella loro maggioranza, non sono mai stati esposti al pubblico.
La mostra è a cura di Claudia Cremonini e Daniele Ferrara.