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L’occhio magico di Carlo Mollino in mostra al Centro Italiano per la Fotografia di Torino

Carlo Mollino - Mimì Schiagno, 1952-1960 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)
Carlo Mollino – Mimì Schiagno, 1952-1960 c. (Politecnico di Torino, sezione Archivi biblioteca Roberto Gabetti, Fondo Carlo Mollino)

È dedicata a Carlo Mollino la mostra che, dal 18 gennaio al 13 maggio 2018, resterà aperta al pubblico presso CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino.

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L’esposizione, dal titolo “L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934-1973”, attraversa l’intera produzione fotografica di Carlo Mollino, in un percorso di oltre 500 immagini tratte dall’archivio del Politecnico di Torino.

Tra i più noti e celebrati architetti del Novecento, Carlo Mollino ha da sempre riservato alla fotografia un ruolo privilegiato, utilizzandola sia come mezzo espressivo, sia come fondamentale strumento di documentazione e archiviazione del proprio lavoro e del proprio quotidiano. Questa esposizione indaga il rapporto tra Mollino e la fotografia, a partire dalle prime immagini d’architettura realizzate negli anni Trenta fino alle Polaroid degli ultimi anni della sua vita. Sulle orme del padre Eugenio, ingegnere e appassionato fotografo, Carlo Mollino si è avvicinato a questo linguaggio espressivo fino dalla gioventù, sviluppando non soltanto un vasto corpus di immagini a metà tra il canone della tradizione e lo slancio della sperimentazione, ma anche una peculiare coscienza critica che lo ha condotto a pubblicare nel 1949 il volume “Il messaggio dalla camera oscura”.

La mostra è suddivisa in quattro sezioni tematiche, ognuna intitolata con una citazione tratta dagli scritti dello stesso autore.

Nella prima sezione, “Mille case”, sono raccolte le immagini relative al tema dell’abitare, che caratterizza ovviamente una porzione fondamentale del lavoro fotografico di Mollino.

La seconda sezione, “Fantasie di un quotidiano impossibile”, è centrata sull’atmosfera e le ispirazioni surrealiste che pervadono una parte della produzione fotografica molliniana. Include fotografie molto diverse tra loro: ci sono immagini di vetrine che ricordano quelle riprese a Parigi da Eugène Atget, oggetti isolati nell’inquadratura e caricati di una vita misteriosa, specchi che nascondono e moltiplicano ogni cosa, fotografie di altre fotografie, fotomontaggi di progetti architettonici realizzati a partire da modelli di piccole dimensioni, fino a una selezione di preziose immagini tratte dalla pubblicazione “Occhio magico”, del 1945.

Mistica dell’acrobazia” è il titolo della terza sezione, interamente dedicata a un altro interesse molto speciale di Carlo Mollino, quello per la velocità, il movimento e la dinamica. Sono qui riunite fotografie sul tema del volo, che Mollino praticava da provetto pilota acrobatico, dell’automobilismo, con particolare attenzione alla vicenda del Bisiluro, automobile da lui progettata (insieme a Mario Damonte ed Enrico Nardi) e con cui aveva partecipato alla “24 ore di Le Mans” nel 1955, e dello sci, con una selezione di fotografie di linee tracciate dagli sciatori sulla neve, sinuose come i profili del design del genio torinese.

La quarta sezione, “L’amante del duca”, la più ampia della mostra con oltre 180 fotografie selezionate, è infine dedicata al tema del corpo e della posa. Qui sono messi a confronto tra loro due soggetti fondamentali dell’intero corpus fotografico molliniano: i ritratti femminili e gli sciatori.

La mostra si completa infine con alcuni documenti, tra cui lettere, manoscritti, dattiloscritti originali e una serie di cartoline collezionate da Carlo Mollino in ogni angolo del mondo che evidenziano, oltre a un atteggiamento di costante ricerca e curiosità, l’interesse vivo per la fotografia in ogni sua declinazione ed espressione.

La mostra, a cura di Francesco Zanot, è accompagnata da una pubblicazione edita da Silvana Editoriale.

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