Luca Guadagnino sa fotografare i luoghi del racconto. Significativa la scelta di collocare la vicenda nella campagna cremasca, un paesaggio estivo sensuale e sonnolento, che inevitabilmente richiama alla memoria le oleografie provinciali e vacanziere di certe pellicole di Bertolucci e Bellocchio che trovavano la loro ambientazione tra le brume della Bassa padana (per contro, il romanzo di André Aciman da cui il film prende le mosse situa l’azione nella Riviera ligure).
Quello che non ci convince è la tessitura narrativa e drammatica della storia: sin troppo compiaciuta, ruffiana e di composta maniera, confusamente tesa a “fare lirismo” intorno ai grandi temi della scoperta del desiderio (omosessuale) e dell'”idillio della giovinezza”, e a offrire alle platee internazionali un’illustrazione sciropposa, guarnita di dosi indigeste di intellettualismo “chic” (i lacerti di musica colta, le sussiegose citazioni di Eraclito, i brani di poesia), dei rapporti familiari e affettivi tolleranti e “aperti” nell’era felice dei primi anni Ottanta, gli anni che precedono la scoperta dell’incubo dell’Aids.
Tra gli interpreti, Esther Garrel, in un ruolo per troppi versi sacrificato e ingrato.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Chiamami col tuo nome
Regia: Luca Guadagnino
Cast: Armie Hammer, Timothée Chamalet, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel
Durata: 130 minuti
Genere: Drammatico
Distribuzione: Warner Bros Italia
Data di uscita: 25 gennaio 2018
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