Una ghiotta occasione, quella che l’australiano Craig Gillespie si è trovata tra le mani, sprecandola: riflettere sull’incredibile vicenda della pattinatrice Tonya Harding e sulle disfunzioni del sistema giudiziario americano, un sistema intralciato dalle tare del garantismo sempre e comunque e del politicamente corretto, tanto da consentire a un’atleta che aveva fatto massacrare a colpi di spranga le gambe di una più quotata rivale di gareggiare tranquillamente alle Olimpiadi sotto i colori della bandiera degli Stati Uniti. Si ha un bel citare, nel film, il principio pirandelliano del relativismo conoscitivo: alla fin fine Gillespie sceglie di adottare la versione dei fatti fornita dalla Harding, assolvendola da ogni responsabilità (Tonya voleva solo intimidire, non già azzoppare la diretta concorrente) e arrivando a fare di lei una sorta di eroina del nostro tempo. Verso la fine della pellicola, però, un televisore acceso accenna al caso di O. J. Simpson: altra vicenda giudiziaria emblematica del razzismo alla rovescia, rivolto contro la buona società bianca e anglosassone, che attraversa ormai da anni l’America (e l’Occidente).
La messa in scena di Gillespie mira in alto, troppo in alto. Il taglio documentaristico attraverso cui ci viene restituito lo scenario degradato, miserabile e violento del white trash entro cui Tonya consuma la sua esistenza si combina assai presto con i ritmi febbrili e sussultanti e le note caustiche del cinema dei fratelli Coen e di Scorsese: modelli maiuscoli con cui Gillespie prova a suo modo a misurarsi, assecondando una strategia progettuale decisamente ambiziosa, che però l’esile respiro espressivo del racconto riesce a onorare solo in parte.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: Tonya
Regia: Craig Gillespie
Cast: Margot Robbie, Sebastian Stan, Allison Janney, Julianne Nicholson, Paul Walter Hauser, Bobby Cannavale
Durata: 121 minuti
Genere: Biografico
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 29 marzo 2018
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