È stata presentata agli Uffizi di Firenze la nuova sala dedicata a Leonardo da Vinci.
A Firenze Leonardo aveva cominciato i suoi studi, presso la bottega del Verrocchio e proprio le opere della sua giovinezza sono custodite agli Uffizi.
Sarà ora possibile ammirarle nella nuova collocazione, nella sala 35 dell’ala di ponente degli Uffizi, in omaggio ad un ritrovato rispetto per il principio narrativo cronologico della Galleria. Infatti, adesso la Sala di Leonardo precede quella dedicata, appunto, a Michelangelo e Raffaello.
«Il nuovo allestimento – afferma Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi – non solo è studiato per permettere un tipo di visita lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane, ma rende anche giustizia alla storia dell’arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le sale dedicate al ‘400 fiorentino. Essa fa parte di una serie di cambiamenti messi in atto per adeguare gli Uffizi alle necessità di comprensione del pubblico e ai primari principi educativi cui il museo è improntato».
I tre dipinti ospitati nella Sala di Leonardo furono eseguiti per edifici di culto e per questo motivo, nel nuovo allestimento, è stato scelto di dipingere i muri di questa stanza a spatola, ripetendo la tecnica antica, in un colore grigio pallido che rievoca le pareti delle chiese dell’epoca. Le opere sono state inserite, come è stato fatto negli ultimi allestimenti delle sale di Caravaggio e del ‘600 e di Michelangelo e Raffaello, in teche che garantiscono una situazione microclimatica ottimale, riducendo al minimo l’impatto del calore e dell’umidità prodotti dall’ingente flusso turistico. Inoltre le teche sono chiuse da speciali vetri che annullano gli effetti di rifrazione della luce, a tutto vantaggio dei visitatori che potranno ammirare le opere senza l’interposizione di barriere apparenti.
Entrando a sinistra è il Battesimo di Cristo, eseguito per la chiesa di San Salvi nel 1475-78, anni in cui l’artista ancora collaborava con il Verrocchio: l’opera testimonia sia le divisioni dei compiti all’interno delle botteghe, sia il salto stilistico e tecnico tra il maestro e l’allievo. Leonardo, infatti, per le parti da lui eseguite si avvalse della pittura a olio, molto più adatta ad ottenere gli effetti di sfumato per cui diventerà poi celebre. Al solo Leonardo si deve l’elegantissimo angelo di profilo che regge la veste di Cristo, tanto sublime da far nascere la leggenda (riportata da Vasari) secondo cui Verrocchio, sopraffatto dalla superiorità di Leonardo, da lì in poi abbandonò per sempre la pittura.
Sulla parete di fronte è esposta l’Annunciazione, proveniente dalla chiesa di Monteoliveto, con un angelo così reale e materiale da proiettare la propria ombra sul prato fiorito, mentre atterra, chiudendo le ali, chiaramente studiate dal vero su quelle degli uccelli. Sullo sfondo, un paesaggio di mare e montagne in cui la simbologia mariana si traduce in una prova tra le più alte dell’artista sulla resa atmosferica dei “lontani”.
Al centro della sala si ammira l’Adorazione dei Magi, commissionata dai canonici regolari agostiniani per la chiesa di San Donato a Scopeto, e lasciata incompiuta al momento in cui Leonardo partì per Milano, nel 1482. Restaurata recentemente dall’Opificio delle Pietre Dure, grazie al finanziamento degli Amici degli Uffizi, con un lavoro di oltre cinque anni che rimarrà alla storia anche per le innovazioni metodologiche adottate e per gli straordinari risultati ottenuti, la pala è come una grandissima pagina di appunti, con alcuni brani più avanzati, altri appena accennati, tanto che guardandola pare quasi di partecipare al processo creativo di Leonardo stesso.
«Questa nuova sala segna il culmine nella storia della nostra associazione – afferma Maria Vittoria Rimbotti Colonna, presidente delle associazioni Amici degli Uffizi e Friends of the Uffizi -. Per gli Amici degli Uffizi aver potuto collaborare al restauro del capolavoro di Leonardo da Vinci e al riallestimento della sala, insieme ai Friends, è stata un’esperienza ricca di grandi emozioni e di scoperte. Non sempre dei donatori privati possono avere il privilegio di accedere ad imprese così stimolanti, accanto ad opere d’arte di tale rilievo e importanza. Siamo quindi fieri di aver condiviso un traguardo così prestigioso con la nostra Galleria e di aver realizzato quello che è il massimo desiderio di ogni mecenate».