È aperta al pubblico a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, fino al 6 gennaio 2019, una mostra retrospettiva dedicata a Gustave Courbet e al suo rivoluzionario approccio alla pittura di paesaggio.
Genio indiscusso dell’Ottocento, Courbet s’impose come padre del realismo, aprendo la strada alla modernità in pittura con lavori la cui principale fonte d’ispirazione fu la natura.
La mostra, che presenta una cinquantina di tele, tra cui molti capolavori dell’artista, come Buongiorno signor Courbet, l’autoritratto L’uomo ferito o le celebri Fanciulle sulle rive della Senna, conduce il visitatore in un percorso attraverso i luoghi e i temi della sua appassionata rappresentazione del mondo naturale: dai panorami della natia Franca Contea alle marine battute dalla tempesta, dalle grotte misteriose da cui scaturiscono sorgenti alle cavità carsiche che si spalancano nei torrenti, dai nudi immersi in una vegetazione rigogliosa alle scene di caccia della maturità.
«Il bello è nella natura e si incontra nella realtà sotto le forme più diverse. Appena lo si trova, esso appartiene all’arte, o piuttosto all’artista che sa vederlo». Così Gustave Courbet scriveva nella prefazione dell’opuscolo che accompagnava la mostra personale organizzata nel celebre Padiglione del Realismo, a margine dell’Esposizione Universale del 1855. Una vera e propria dichiarazione di intenti in cui l’artista francese manifesta la volontà di emanciparsi dai canoni classici e romantici e da una concezione del paesaggio che lo vedeva perlopiù confinato sullo sfondo di scene storiche, mitologiche o sacre, per focalizzare il proprio sguardo sulla realtà e sulla natura.
I paesaggi della regione natale, la Franca Contea, occupano un posto particolare nel cuore dell’artista: la vallata lussureggiante della Loue, gli altipiani aridi, i fiumi impetuosi, il sottobosco e i cieli immensi sono rielaborati in infinite e sorprendenti varianti. «Per dipingere un paesaggio, bisogna conoscerlo. Io conosco il mio paese, lo dipingo», scrive Courbet.
Motivo d’ispirazione sono stati anche i luoghi dove ebbe modo di soggiornare o che visitò nel corso della sua vita, come le coste mediterranee nei pressi di Montpellier, i paesaggi rocciosi della regione della Mosa in Belgio, le marine della Normandia, con le onde rigonfie prima di infrangersi sugli scogli, o i laghi svizzeri dipinti in esilio in un’atmosfera carica di nostalgia.
A questi soggetti si aggiungono le tele che hanno per tema i nudi e gli animali nel paesaggio, dove Courbet dimostra ancora una volta di essere portatore di uno sguardo originale sul mondo, ma anche di essere consapevole della grande tradizione pittorica occidentale, studiata al Louvre.
La mostra “Courbet e la natura” è a cura di Dominique de Font-Réaulx, Barbara Guidi, Maria Luisa Pacelli, Isolde Pludermacher e Vincent Pomarède ed è organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.