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Ercole e il suo mito alla Reggia di Venaria

Ercole e il toro di Creta, Reggia di VersaillesLe Sale delle Arti della Reggia di Venaria (Torino) ospitano, dal 13 settembre 2018 al 10 marzo 2019, la mostra “Ercole e il suo mito”.

L’esposizione illustra il mito dell’eroe e dei temi a esso legati, con un’ampia selezione di oltre 70 opere, tra ritrovamenti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti e sculture, manifesti, filmati e molto altro, provenienti da istituzioni pubbliche e da collezioni private, capaci di coprire un arco cronologico che, dall’antichità classica giunge fino al XX secolo.

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Il percorso alla Venaria si apre con una sezione che ripercorre l’origine del mito in epoca pagana, con una serie di ritrovamenti archeologici, come vasi, anfore, coppe, realizzate nella regione greca dell’Attica tra il 560 e il 480 a.C..

La mostra prosegue con la parte che testimonia la diffusione della rappresentazione della leggenda erculea in àmbito romano, con alcune statuette in bronzo o in terracotta, oltre a una testa colossale di Ercole in riposo, copia della seconda metà del I secolo a.C. di un’opera di Lisippo risalente al 320/310 a.C..
O ancora, il calco in gesso del gruppo bronzeo di Ercole con la cerva di Cerinea di Lisippo o due intonaci dipinti che raffigurano Eracle con il Cinghiale e con il Leone di Nemea. Chiudono la sezione due coppe in argento realizzate da Gianmaria Buccellati.

La mostra di Venaria analizza quindi il passaggio tra il mito pagano di Ercole e il recupero che ne fece il cristianesimo nel Medioevo. In questa sezione s’incontra un prezioso cofanetto in avorio, prodotto da una bottega costantinopolitana nella prima metà dell’XI secolo, raffigurante l’eroe che strangola il leone e solleva Anteo, il gigante figlio di Poseidone e di Gea.

Una sala sarà inoltre dedicata alla persistenza del mito di Ercole in capolavori di arte decorativa, come ventagli, elmi, boccali, coppe, cassoni, e altro.

La celebrazione dell’eroe invincibile proseguirà in epoca moderna, attraverso le opere pittoriche e plastiche, a partire dal Rinascimento, come L’Apoteosi di Ercole (1539) del Garofalo, e proseguendo nel Seicento con la scultura di scuola romana Ercole Fanciullo con il serpente e nel Settecento con due pregevoli manufatti in terracotta dorata di Lorenzo Vaccaro.

Un focus speciale sarà riservato a Gregorio de Ferrari, pittore del barocco genovese, con tutte le cinque grandi tele raffiguranti Ercole durante le sue più celebri fatiche e il momento in cui viene accolto nell’Olimpo.

La rassegna prosegue con una sezione dedicata alla città tedesca di Kassel, che ha nella gigantesca statua dell’eroe uno dei suoi simboli; dal suo museo provengono alcuni cammei del Sei/Settecento.

Chiudonol’esposizione una sezione che, ricostruendo un’ambiente di foyer cinematografico anni ‘50/60, testimonia il rifiorire negli ultimi decenni dell’interesse sul mito di Ercole, con i grandi film, cosiddetti del “peplo”, prodotti a Cinecittà negli anni sessanta e poi ancora recentemente a Hollywood, che videro impegnati attori quali Giuliano Gemma o Arnold Schwarzenegger, oltre alla trasposizione in disegni animati di Walt Disney.

La rassegna, curata da un comitato scientifico, è organizzata da Swiss Lab for Culture Projects e Consorzio Residenze Reali Sabaude, in collaborazione con l’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea (CH), il Museumslandschaft di Hessen-Kassel (D), il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Filangieri di Napoli.

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