L’Ala Brasini del Vittoriano di Roma accoglie, fino al 23 settembre 2018, una monografica dell’artista aretina Marcella Mencherini. In esposizione 29 opere di cui 13 inedite.
Sulla scia del Simbolismo e per certi versi vicina alla corrente Surrealista, il percorso espositivo di Marcella Mencherini, nella sezione Visioni, si apre con opere che possiamo definire “ritratti di città”: attraverso immagini di monumenti – simbolo che permettono di cogliere il genius loci proprio di vari luoghi, simboli diversi per natura convivono simultaneamente sulla tela dialogando tra loro in un continuo rimando. È quel che, per esempio, si può trovare nell’opera Roma (2013) in cui l’immagine è impostata sulle linee curve che caratterizzano l’architettura latina che trova nell’elemento dell’arco la sua massima espressione estetica e strutturale, ravvisabile nella cupola del Pantheon e in quella di San Pietro.
Si prosegue poi con immagini a carattere onirico che spaziano nel surreale e in alcuni casi con uno sguardo all’Espressionismo.
L’aeropittura, quale branca del tardo futurismo in cui trovò esaltazione l’amore dei futuristi per la velocità, caratterizza il secondo ciclo pittorico di Marcella Mencherini presentato in mostra al Vittoriano. L’artista dà un’interpretazione dello spazio inteso non come vuoto pneumatico ma come fluido, come atmosfera, in cui la velocità dell’aereo è la forza che con esso lo fonde in un mirabile dinamismo fatto di spirali, vortici e traiettorie.
L’artista porta in volo il visitatore: in Cinquant’anni di Starfighter, l’espediente per rendere la velocità dell’aereo è l’utilizzo dei cerchi concentrici che evidenziano l’assordante perforazione della barriera del suono; in questo modo la pittrice rende la meccanica delle forze un fatto estetico.
La Mencherini negli aerei militari non esalta mai la loro natura di arma, ma la bellezza aerodinamica della loro forma e l’anelito al senso di gioiosa libertà che dà il volo e che il pilota ha il privilegio di vivere. In Record d’altezza (1938), ad esempio, l’aereo si libra sempre più in alto. Il moto ascensionale del “Caproni” – velivolo progettato e costruito dal pioniere dell’aviazione Gianni Caproni – è evidenziato dalla visione simultanea delle ali. L’oggetto-aereo si sposta sempre più in alto ma sulla nostra retina rimane l’impronta delle precedenti posizioni delle ali. Il punto di vista che inquadra l’aereo che tenta il record è posto su di un altro aereo, come denuncia l’inclinazione dell’orizzonte.
La mostra Visioni si avvale del patrocinio dell’Aeronautica Militare e dell’Associazione Pionieri dell’Aeronautica ed è organizzata dal Complesso del Vittoriano e dal Gruppo Arthemisia.