Il Polo Museale del Lazio presenta il restauro e la nuova attribuzione dell’icona Madonna con il Bambino conservata nella Chiesa di Santa Maria del Popolo.
L’icona rimarrà visibile nella Sala della Biblioteca del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, dal 19 ottobre al 18 novembre 2018, in una mostra curata da Simonetta Antellini e da Alessandro Tomei.
L’opera, tradizionalmente attribuita all’evangelista Luca e per questo nota come Madonna di San Luca, è una delle immagini più venerate della storia della città di Roma, come attestano vuoi la fama di “immagine miracolosa” vuoi gli atti ufficiali della storia della Chiesa.
La tavola (nello specifico una tela impannata su tre assi in legno di noce) mostra un’immagine di derivazione bizantina – la Vergine è ritratta di fronte, tiene in braccio il Bambino rigidamente eretto, completamente vestito e benedicente – e propone i tratti dell’iconografia tradizionale dell’Odigitria (“colei che mostra la via”, cioè Cristo), arricchita però di un diverso pathos, quello dell’affettuosità familiare: la Madre volge il capo verso il figlio, indirizzandogli uno sguardo pieno di tenerezza. Il Figlio poggia la mano sinistra su quella della Madre, confermando il suo attaccamento.
L’opera, pertanto, si discosta dall’inanimata astrazione delle figure, tipica dell’iconografia dell’epoca, e mostra nella gestualità e nella vivacità cromatica quel carattere d’intimità che sollecita l’empatia del fruitore.
Dopo l’ultimo e accurato restauro, che ha portato alla luce parti di firma che si è potuta riconoscere come quella di Filippo Rusuti, che firmò, verosimilmente entro il 1297, il monumentale mosaico che ancora orna, in parte nascosto dal loggiato settecentesco, la fascia superiore della facciata della basilica di Santa Maria Maggiore.
L’intervento di restauro è stato condotto dalle restauratrici Fiammetta Jahier e Cristina Caldi del Consorzio Aureo; le indagini scientifiche sono state condotte e coordinate da Claudio Falcucci di M.I.D.A. – metodologia indagini diagnostiche opere d’arte, che ha ottenuto anche la collaborazione del Laboratorio di Fisica dell’Università di Salerno; l’Ufficio di Direzione Lavori della Soprintendenza Speciale di Roma è composto dal Direttore dei Lavori Simona Antellini, dal restauratore Carlo Festa, e dall’assistente tecnico Laura Petriglia.
L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, guidata dal prefetto Angelo Carbone, che è proprietaria dell’opera, e con la Soprintendenza Speciale di Roma diretta dall’architetto Francesco Prosperetti, che ha curato il restauro.