A Roma, il Museo Hendrik Christian Andersen ospita, dal 20 ottobre 2018 al 24 febbraio 2019, la mostra “Immagini e parole. Piero Varroni. Carte e Libri d’Artista”, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Piero Varroni.
L’iniziativa è un omaggio al sogno irrealizzato di Hendrik C. Andersen, da lui documentato nel volume Creation of a World Centre of Communication al quale l’artista norvegese dedicò gran parte della sua opera.
L’esposizione si apre con due lavori di dimensioni medio/grandi disposti nel salone d’ingresso del primo piano. Fa seguito, nel salone più grande, una selezione antologica di opere-libro ideate e realizzate dall’artista tra il 1996 e il 2018, compresi i dieci numeri di “Rivista d’Artista”.
Il percorso continua con alcuni libri concepiti per la mostra e diversi lavori su carta anch’essi recenti; questi ultimi rappresentano un corpus unico che, pur nel diverso rapporto con lo spazio, si possono considerare un’uscita della pagina dal libro.
Piero Varroni, artista e curatore, ha invitato a partecipare alla realizzazione dei suoi libri numerosi autori (pittori, poeti e scrittori), condividendo le diversità dei rispettivi linguaggi. La peculiarità di questi libri, fatti a mano in tirature limitate, è che nessun esemplare è identico all’altro, come nella disciplina amanuense.
Nelle sue opere, come quelle presentate in questa mostra, poesia e pittura si rafforzano reciprocamente; il segno iconico e quello verbale nella loro fusione e interazione danno vita al Libro-Opera.
«Un’operazione come quella di Piero Varroni materializza la trasversalità dei linguaggi e delle tecniche – dichiara Giovanni Fontana -, segna il recupero degli aspetti plurisensoriali della comunicazione estetica tra i più semplici e naturali e, nel contesto del nuovo sentire tecnologico, riafferma una dimensione artigianale che va scomparendo e una manualità che sembra testimoniare la volontà di ricercare ritmi più pacati da contrapporre alla velocità dell’universo digitale».
La mostra vuole essere testimonianza e verifica di un investimento etico sulla lentezza come percezione dei valori del fare, tra natura e linguaggio. Il libro d’artista, da vedere, è ormai – da oltre un secolo – per ogni artista un luogo altro del proprio lavoro, con uno specifico statuto afferente alla parola e all’immagine.
La mostra è realizzata con il Polo Museale del Lazio in collaborazione
con il Centro per il Libro e la Lettura.