Il violista Emmanuel Tjeknavorian è il protagonista del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, che sarà trasmesso in diretta su Radio3, dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, venerdì 16 novembre 2018, alle ore 20.00.
Giovanissimo talento viennese di origine armena, già lanciato in una carriera con grandi collaborazioni, dai Wiener Symphoniker alla Camerata Salzburg, Emmanuel Tjeknavorian ha tenuto il suo primo concerto pubblico all’età di sette anni e dal 2011 studia all’Università di Musica a Vienna con Gerhard Schulz, ex membro del Quartetto Alban Berg.
Per il suo debutto con l’Orchestra Rai propone il Concerto in re minore per violino e orchestra op. 47 di Jean Sibelius, con cui nel 2015 ha attirato l’attenzione internazionale vincendo il secondo premio al Concorso violinistico dedicato al compositore finlandese e un riconoscimento speciale per la migliore interpretazione dalla Fondazione Conservatorio di Helsinki.
Eseguito per la prima volta dallo stesso Sibelius a Helsinki nel 1904 con solista Victor Nováček, il brano fu ritirato e rimesso in cantiere dall’autore prima di ricevere il suo battesimo definitivo nel 1905 con Richard Strauss sul podio e Karl Halir come solista.
Sul podio è chiamato il russo Andrej Boreyko, Direttore musicale dell’Orchestra Nazionale del Belgio e ospite frequente di orchestre come i Berliner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, il Gewandhaus di Lipsia e la New York Philharmonic. Di ritorno all’Orchestra Rai dopo il successo del 2017, completa il programma con due pagine russe novecentesche.
Apre la serata il poema sinfonico Kikimora op. 63 di Anatolij Ljadov. Ispirato all’omonima fiaba di Ivan Sakharov, il brano evoca, grazie alla vivacità del colore orchestrale e al richiamo costante a motivi popolareschi, la mitica creatura annunciatrice di sventure «che da mezzanotte fino all’alba tesse all’arcolaio… e fila e fila pensieri malvagi contro l’intera umanità».
In chiusura la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore op. 100 di Sergej Prokof’ev. Composta nel 1944, nel clima di esaltazione patriottica che accompagnò la liberazione dall’invasore tedesco, fu subito accolta con favore sia in patria, dove ottenne il premio Stalin nel 1945, sia in America, dove fu presentata l’anno successivo a New York.