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György Kurtág, alla Scala prima assoluta di “Fin de partie”

Frode Olsen e Leigh Melrose nell'opera di György Kurtág "Fin de Partie" - Credit Ruth Walz
Frode Olsen e Leigh Melrose nell’opera di György Kurtág “Fin de Partie” – Credit Ruth Walz

Prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano di Samuel Beckett: Fin de partie – Scènes et monologues, l’attesa prima opera del grande decano della composizione György Kurtág, tratta dall’omonimo testo teatrale di Samuel Beckett.

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L’opera, coprodotta con l’Opera di Amsterdam, sarà in scena dal 15 novembre 2018 con la direzione di Markus Stenz e la regia di Pierre Audi. Nel cast Frode Olsen (Hamm), Leigh Melrose (Clov), Hilary Summers (Nell), Leonardo Cortellazzi (Nagg). L’Orchestra è del Teatro alla Scala.

György Kurtág, universalmente considerato tra i maggiori compositori viventi, non aveva mai scritto un’opera; convinto dalla tenacia di Alexander Pereira, presenta ora Samuel Beckett: Fin de partie – Scènes et monologues.
A novantadue anni Kurtág applica il suo stile al classico di Samuel Beckett del 1957: un avvenimento la cui portata non investe solo l’ambito musicale ma si estende ai territori del Teatro e della Letteratura.
L’opera mette in musica circa il 56% per cento della celebre pièce ed è il primo lavoro per il teatro musicale tratto da un testo di Beckett.

Kurtág, lasciata l’Ungheria in cui le spinte libertarie erano state represse nel 1956 e rifugiatosi a Parigi per studiare con Messiaen e Milhaud, assiste alla prima parigina di Fin de partie nel 1957 su consiglio di György Ligeti. In seguito acquista i testi di Fin de partie e En attendant Godot che costituiscono l’inizio di un lungo percorso di confronto con la parola beckettiana.

Il titolo, Finale di partita, indica la situazione ricorrente negli scacchi in cui l’esito della partita è segnato ma i giocatori inesperti continuano a muovere i pezzi a vuoto senza rendersi conto che non esiste speranza. In questa situazione si trovano i protagonisti Hamm e Clov, che trascorrono giornate sempre uguali in una casa che condividono con i genitori di Hamm, privi delle gambe e sistemati in due bidoni della spazzatura.

La prima rappresentazione sarà trasmessa in diretta da Rai Radio3 e Euroradio/EBU e l’opera sarà ripresa dalle telecamere della Rai.

Fin de partie – Le date

Giovedì 15 novembre 2018 ore 20 – prima rappresentazione turno C;
sabato 17 novembre 2018 ore 20 – turno A;
martedì 20 novembre 2018 ore 20 – turno D;
giovedì 22 novembre 2018 ore 20 – turno E;
sabato 24 novembre 2018 ore 20 – ScalAperta;
domenica 25 novembre 2018 ore 20 – turno B.

György Kurtág

Nato il 19 febbraio 1926 a Lugos (Lugoj in rumeno) nella regione di Bánát in Romania, György Kurtág ha iniziato a suonare il piano all’età di 5 anni con Klára Vojkicza-Peia. L’attività musicale con sua madre fu negli anni successivi un’importante fonte d’ispirazione: suonavano arrangiamenti per pianoforte a coda di sinfonie di Haydn e Beethoven e anche le proposte di Mozart.
Nel settembre del 1945 Kurtág si presenta all’esame di ammissione all’Accademia di Musica di Budapest e fa la conoscenza di György Ligeti, che rimane suo amico fino alla morte nel 2006. Kurtág si laurea in pianoforte e musica da camera nel 1951 e in composizione nel 1955. Nel 1947 sposa Márta Kinsker che da allora ha un significato decisivo in ogni campo della vita: come moglie e madre di György Kurtág Jr (nato nel 1954), come pianista e anche come primo ascoltatore e critico delle sue composizioni in gestazione.

György e Márta Kurtág - Credit Judit Marjai
György e Márta Kurtág – Credit Judit Marjai

Nel 1957/1958 Kurtág frequenta i corsi di Messiaen e Milhaud a Parigi. La psicologa Marianne Stein ha un influsso decisivo: lo aiuta a trovare la via d’uscita da una lunga crisi che aveva paralizzato il suo lavoro di compositore per diversi anni e rende possibile un nuovo capitolo della sua carriera. Da qui la dedica a lei del Primo Quartetto e dei Kafka-Fragmente op. 24. Durante i mesi a Parigi Kurtág frequenta i concerti del Domaine Musicale, stagione fondata e diretta da Pierre Boulez: il confronto con la musica del maestro francese sarà significativo per il suo pensiero. Decisivi anche il nuovo incontro con Ligeti e l’ascolto di Artikulation, e la conoscenza di Stockhausen e l’ascolto del suo Gruppen per tre orchestre.
Kurtág è stato maestro ripetitore per la Scuola di musica Bartok di Budapest dal 1958 al 1960 e per i solisti della Filarmonia Nazionale dal 1960 al 1980; nel 1967 è stato invitato a insegnare all’Accademia di Musica prima pianoforte come assistente di Pál Kadosa e quindi autonomamente musica da camera. Si ritira nel 1986 ma continua a frequentare l’Accademia fino al 1993. Da allora, fino ai giorni nostri, tiene corsi di musica da camera in molti Paesi europei e negli Stati Uniti. Con Marta appare anche in duo pianistico in recital in cui eseguono spesso il ciclo Játékok (Giochi) in alternanza con le trascrizioni di Bach di Kurtág.
Nel 1971, Kurtág trascorre un anno a Berlino Ovest con una borsa di studio. Nel 1973 e nel 1996 riceve il Premio Kossuth. Nel 1981, l’Ensemble Intercontemporain esegue a Parigi la prima assoluta di Messages of the Late Miss R.V. Troussova, op. 17 per soprano e ensemble da camera che decreta il successo internazionale di Kurtág. Nel 1993 si trasferisce a Berlino per due anni come compositore in residenza dei Berliner Philharmoniker. Nel 1995/1996 è stato ospite del Konzerthaus di Vienna nella stessa veste. Sono seguite Amsterdam (1996-1998), ancora Berlino (1998-1999) e Parigi (1999-2001).
György Kurtág ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio della Ernst von Siemens Music Foundation nel 1998 e il Grawemeyer Award – uno dei più prestigiosi premi musicali al mondo – per … concertante …, op. 42 nel 2006.

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