È dedicata ai 240 anni di storia architettonica del Teatro alla Scala di Milano la mostra dal titolo “La Magnifica Fabbrica”, aperta al pubblico dal 4 dicembre 2018 al 30 aprile 2019. L’esposizione è a cura di Fulvio Irace e Pierluigi Panza.
L’allestimento di Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto occupa le sale della Biblioteca Livia Simoni al piano superiore del Museo Teatrale, dedicate all’evoluzione storica della struttura del Teatro, mentre il Ridotto dei Palchi ospita la sezione dedicata agli interventi più recenti firmati dall’architetto Botta e al completamento del suo progetto con la costruzione del nuovo edificio di Via Verdi.
La mostra racconta lo sviluppo di un teatro che dalla sua nascita è stato specchio della città e delle sue trasformazioni. Teatro di palchettisti sorto in solida pietra dopo l’incendio del Teatro di Corte, l’edificio del Piermarini ha accolto una società in costante evoluzione, riflettendone lo sviluppo: alle modifiche negli arredi e nelle decorazioni si sono aggiunti interventi strutturali che ne hanno fatto un palcoscenico sempre all’avanguardia anche dal punto di vista tecnico-architettonico.
La recente ristrutturazione affidata all’architetto Botta è una nuova testimonianza della capacità del Teatro di ripensarsi in funzione delle nuove esigenze funzionali, artistiche ma anche urbanistiche, mantenendo un giusto equilibrio tra rinnovamento costante e conservazione di un patrimonio storico-architettonico che è ormai patrimonio di tutta l’umanità.
Nei prossimi anni il progetto di Botta sarà completato con l’edificio di via Verdi che garantirà nuovi spazi per le attività artistiche, tecniche e amministrative.
L’edificio di via Verdi
Il prossimo anno lungo via Verdi, dietro l’attuale torre scenica, spunterà una nuova torre, sempre firmata da Botta. Servirà per raggruppare gli uffici, parte dei quali sono attualmente ospitati all’esterno del Teatro in spazi in locazione, e aumentare l’offerta di spazi per ballerini e musicisti con nuove sale di prova, oltre che ampliare ulteriormente il retropalco.
Se l’intervento del 2002-2004 investiva direttamente la facciata, il nuovo cantiere si svolge tutto dentro il profilo della via Verdi e vuole dare risposta architettonica ai problemi di potenziamento ingegneristico dei servizi e delle attrezzature sceniche.
La nuova torre ricorda, per lo sbalzo, la Torre Velasca e richiama a una Milano medioevale. Il linguaggio è quello tipico dell’architetto ticinese: geometrie precise, alternanza di pieni e vuoti e cura nel rivestimento.
Come per la torre scenica nel 2004, si scaverà diciotto metri al di sotto del suolo e si arriverà all’altezza della Torre stessa (circa 36 metri fuori terra). Complessivamente sono sei piani sotterranei e undici fuori terra.
I piani sotterranei saranno in gran parte occupati da un unico spazio, la sala prove per l’orchestra, con una superficie di circa 310 metri quadri e alta 14 metri. Le dimensioni e l’altezza della Sala, appositamente concepite dal punto di vista acustico con la consulenza del noto progettista acustico Yasuhisa Toyota, consentiranno di avere il miglior risultato musicale per le prove e di poter utilizzare tale ambiente anche come sala d’incisione.
Il palcoscenico diventerà invece ancora più profondo raggiungendo la misura di 70 metri con la creazione di un’area in cui sarà possibile eseguire il montaggio/smontaggio delle scene senza disturbare le attività di prova o spettacolo in corso.
Saranno, inoltre, realizzati una nuova Sala Prova Ballo della superficie di circa 150 mq, posta all’ultimo piano dell’edificio, e nuovi spazi per l’Archivio storico documentale, attualmente ubicato in un deposito esterno.
L’ultimazione del nuovo edificio è prevista entro il secondo semestre 2022.