A distanza di vent’anni dall’ultimo allestimento a Milano, va in scena al Teatro alla Scala, dal 27 febbraio al 29 marzo 2019, Chovanščina, ultimo capolavoro di Modest Musorgskij.
Per questa nuova produzione della Scala torna sul podio il Maestro Valery Gergiev, già direttore dell’ultima versione scaligera del 1998, che manca alla Scala in un’opera dal 2013.
Valery Gergiev, tra i principali protagonisti del panorama musicale del nostro tempo, dall’autunno 2015 è alla guida dei Münchner Philharmoniker. Innumerevoli le collaborazioni con tutte le principali orchestre del mondo e intenso il rapporto con la Scala: dopo il debutto nel 1990 con la Filarmonica, nelle cui stagioni tornerà regolarmente, e La leggenda della città invisibile di Kitez con i complessi del Mariinskij nel 1994, nel 1995 dirige Il giocatore, nel 1998 Čhovanščina, nel 2000 Vojna i Mir (Guerra e pace), nel 2001 La forza del destino, nel 2002 Boris Godunov, nel 2013 Macbeth.
La regia del dramma musicale popolare di Musorgskij è di Mario Martone, reduce dal successo dell’inaugurazione della Stagione 2017/2018 con Andrea Chénier e, al cinema, del recente Capri Revolution.
Le scene sono di Margerita Palli, al suo dodicesimo spettacolo scaligero, che nelle scorse settimane ha nuovamente conquistato il pubblico con Lo schiaccianoci.
Sul palcoscenico Mikhail Petrenko e il 24 marzo Vladimir Vaneev nella parte di Ivan Chovanskij, Sergej Skorokhodov (Andrej Chovanskij), Ekaterina Semenchuk (Marfa), Evgenia Muraveva (Emma), Evgeny Akimov (Golicyn), Alexey Markov (Šaklovityj), Stanislav Trofimov (Dosifej), Maxim Paster (scrivano), mentre i numerosi ruoli di contorno sono ricoperti da allievi dell’Accademia Teatro alla Scala.
Il Coro della Scala e il Coro di Voci Bianche sono preparati da Bruno Casoni.
Musorgskij, Chovanščina – La genesi
Scritta a partire dal 1872, Chovanščina era stata immaginata da Musorgskij come la seconda opera di una trilogia epica sulla storia russa: il primo titolo è Boris Godunov (andato in scena nel 1874), basato sul dramma di Puškin e dedicato alla cosiddetta epoca dei torbidi (1584-1613), il terzo – mai realizzato – sarebbe stato ancora ispirato da Puškin e avrebbe dovuto avere come oggetto la rivolta di Pugacëv (1773-1774).
Chovanščina, su libretto dello stesso Musorgskij, che si era personalmente impegnato in approfondite indagini storiche, è la storia delle congiure che tra il 1682 e il 1689 portarono alla sconfitta dei “vecchi credenti” e all’ascesa al trono di Pietro il Grande.
Alla morte di Musorgskij, nel 1881, dell’opera era pronta solo la versione per canto e pianoforte, con scarni abbozzi di orchestrazione. L’impegno a rendere rappresentabile l’opera fu assunto da Rimskij-Korsakov. La sua versione fu eseguita a San Pietroburgo in forma amatoriale nel 1886 e pubblicamente solo nel 1911; Djagilev promosse una rappresentazione a Parigi nel 1913, con integrazioni orchestrate da Ravel e Stravinskij. Fu però Dmitrij Šostakovič, che dal 1931 aveva a disposizione l’edizione critica curata da Pavel Lamm, a riprendere l’opera nella sua interezza e a realizzare nel 1961 un’orchestrazione che rispettava l’originalità visionaria del dettato di Musorgskij e il suo drammatico realismo.
Le rappresentazioni
- Mercoledì 27 febbraio 2019 ore 19 – abbonamento Prime Opera;
- Domenica 3 marzo 2019 ore 14.30 ~ turno B;
- Mercoledì 6 marzo 2019 ore 19 – turno A;
- Mercoledì 13 marzo 2019 ore 19 – turno E;
- Martedì 19 marzo 2019 ore 19 – turno C;
- Domenica 24 marzo 2019 ore 14.30 – ScalAperta;
- Venerdì 29 marzo 2019 ore 19 – turno D.
Il 27 febbraio l’opera sarà diffusa in diretta radiofonica da RAI-Radio 3 in Italia e dal circuito Euroradio in Serbia e Slovacchia. Sarà, inoltre, trasmessa in differita radiofonica in Spagna, Russia, Bulgaria, Lettonia, Slovenia, Francia, Turchia e Repubblica Ceca.