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Leonardo da Vinci e il suo lascito: gli artisti e le tecniche

Leonardo da Vinci, Uomo di profilo con cappello, punta di piombo, penna e inchiostro, F 263 inf. n. 87, © Veneranda Biblioteca Ambrosiana / Mondadori Portfolio

Leonardo da Vinci e il suo lascito: gli artisti e le tecniche” è il titolo della mostra che fino al 12 gennaio 2020 è aperta al pubblico alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.

L’esposizione, curata da Benedetta Spadaccini, presenta 30 disegni realizzati da Leonardo e dagli artisti della sua cerchia, lungo un arco cronologico che dalla fine del Quattrocento giunge fino ai primi decenni del Cinquecento.

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La rassegna rivela la profonda risonanza che il magistero di Leonardo nel campo del disegno ebbe su allievi, seguaci e artisti lombardi dell’epoca, grazie alle novità che il genio fiorentino seppe introdurre, alcune retaggio della formazione fiorentina, altre legate alla sua attitudine sperimentale.

“Il presupposto fondamentale di questa mostra – spiega Benedetta Spadaccini – è il ruolo centrale svolto da Leonardo nell’introduzione a Milano di nuove tecniche disegnative, nonché i miglioramenti e le sperimentazioni da lui apportati a quelle già note. Per questa ragione i fogli sono stati scelti ponendo l’accento sulle tecniche esecutive e seguendo due linee di studio, che si integrano perfettamente, per ampliare la ricerca e attrarre l’attenzione del pubblico non specialistico”.

“La prima linea di studio – prosegue Benedetta Spadaccini – presenta le diverse tecniche esecutive, dalle punte metalliche alle matite e dall’inchiostro ai gessetti colorati, secondo un percorso cronologico e storico-critico che mette in evidenza le singole personalità degli artisti coinvolti. La seconda linea di ricerca si basa sulle indagini diagnostiche non invasive eseguite in situ, che saranno raccontate all’interno della mostra mediante macrofotografie e video”.

Il percorso espositivo prende avvio con otto disegni di Leonardo, prosegue con le opere di Francesco Napoletano, Marco D’Oggiono, Giovanni Agostino da Lodi, Francesco Melzi, Bernardino Luini, Cesare da Sesto e si conclude nella Sala Federiciana con i fogli del Maestro della Pala Sforzesca e di Giovanni Antonio Boltraffio, accanto a otto disegni dal Codice Atlantico.

Una sezione didattica offre l’opportunità di ammirare alcuni dei materiali che venivano impiegati all’epoca per disegnare, con pastelli, compassi e punte metalliche, in parte desunti dai progetti di Leonardo da Vinci.

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