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L’ultima ora, un film di Sébastien Marnier – Recensione

L'ultima ora

“L’ultima ora” è un film nutrito di sana cultura cinefila, che esibisce a chiare lettere i propri debiti di riconoscenza: Il villaggio dei dannati (il gruppo di adolescenti dai modi gelidi, sinistri, “diabolici”), L’inquilino del terzo piano (la macchinazione persecutoria di cui il protagonista si convince di essere vittima), la serie Les revenants (la cornice provinciale, falsamente idilliaca in cui si consuma la vicenda). E poi ancora Il nastro bianco, Suspense, 17 ragazze

Sébastien Marnier, qui alla sua seconda regia, attraversa con spavalderia ingenua i codici di generi diversi, muovendosi accortamente e senza mai smarrire la logica interna del racconto tra il thriller psicologico e il fantastico, il cinema catastrofico e l’horror e il dramma sociale, prima di scoprire le proprie carte attraverso un epilogo rivelatore, sconfortato e amarissimo. Costretto a fare proprio il punto di vista del personaggio principale, lo spettatore è calato in uno scenario misterioso e inquietante, sospinto lungo piste narrative che non tarderanno a rivelarsi fallaci. Il suo disorientamento viene a coincidere con quello di Pierre, l’insegnante che, di fronte al comportamento enigmatico e ostile dei suoi allievi, non riuscirà se non alla fine a dare un senso a quanto di inesplicabile e sfuggente accade sotto i suoi occhi.

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L’ultima ora diviene allora una riflessione sulla frattura comunicativa che si è venuta a creare tra i giovani d’oggi, che guardano con lucida, rassegnata consapevolezza alla terrificante catastrofe ecologica che incombe su di noi, e il mondo degli adulti – un mondo distratto, indifferente, irresponsabile, o, anche quando è animato dalle migliori intenzioni, incapace di comprendere le disperate intenzioni dei ragazzi con cui è chiamato a interagire (Pierre, spiando le strane attività a cui si dedicano i suoi studenti fuori dall’orario scolastico, sarà colto da fobie paranoiche). Eppure il mistero, come nella Lettera rubata di Poe, è lì in bell’evidenza, proprio sotto i nostri occhi: nelle ciminiere di una centrale nucleare si ergono sullo sfondo di un paesaggio bucolico…

Per Marnier il cinema di genere resta il luogo privilegiato entro cui narrare le paure del presente. Il suo stile di messa in scena riesce a trattenere sino alla fine il racconto sul crinale incerto di un’atmosfera ambigua e fluttuante, trasferendo sullo spettatore una tensione opprimente. Il clima che si respira nel film (a cui contribuisce la colonna sonora del gruppo degli Zombie Zombie) è costruito a partire dalla narrazione di una normalità (la quotidianità banale di un prestigioso collegio privato perduto nella campagna francese), dove s’insinuano inserti di carattere onirico, echi e referenze simbolici (gli scarafaggi che invadono l’appartamento di Pierre evocando La metamorfosi di Kafka).

Nicola Rossello

Scheda film

Titolo: L’ultima ora
Regia: Sébastien Marnier
Cast: Laurent Lafitte, Emmanuelle Bercot, Gringe, Grégory Montel, Pascal Greggory, Luàna Bajrami, Victor Bonnel, Véronique Ruggia Saura, Thomas Scimeca
Durata: 103 minuti
Genere: Thriller, Drammatico
Distribuzione: Teodora Film
Data di uscita: 4 luglio 2019

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