Rai Cultura propone lunedì 25 maggio 2020 alle ore 16.17 su Rai5 il dramma in quattro atti di Henrik Ibsen “John Gabriel Borkman“.
Pubblicato nel 1896, è stato rappresentato la prima volta nel 1897.
La versione proposta è quella diretta da Piero Maccarinelli. Sul palcoscenico Massimo Popolizio, Lucrezia Lante Della Rovere, Manuela Mandracchia, Mauro Avogadro, Alex Cendron, Ilaria Genatiempo, Camilla Diana.
La regia televisiva è di Arnalda Canali.
John Gabriel Borkman – La trama
Figlio di un minatore divenuto un grande finanziere, John Gabriel Borkman ha trascorso vari anni in carcere a causa di alcune speculazioni avventate. Egli ora vive appartato in un’ala della casa della moglie Gunhild. La donna, che soffre ancora per il disonore che ha colpito la sua famiglia, non riesce a perdonare il marito.
Gunhild ha una sorella, Ella, che ha allevato il figlio dei Borkman, Erhart, che poi è tornato dai propri genitori.
Ella, dopo tanto tempo, incontra Gunhild alla quale chiede di poter nuovamente avere con sé Erhart per compagnia e conforto. Ma il no della sorella è deciso, giacché la madre spera che il figlio possa risollevare il prestigio perduto della famiglia.
Ella incontra anche John Gabriel. Tra i due un tempo vi era stato un grande amore, ma l’uomo aveva poi sposato Gunhild. La scelta non era stata dettata dall’amore, ma dal volere dell’avvocato Hinkel che, innamorato di Ella, gli aveva promesso di aiutarlo nella carriera.
Tuttavia, i rifiuti di Ella avevano indotto l’avvocato a tramare la rovina del rivale.
John Gabriel Borkman, anche se rimpiange la dolcezza del passato, giustifica il comportamento di allora con la necessità della scalata al potere.
Ella confida a Borkman di essere gravemente malata e che vorrebbe trascorrere i suoi ultimi giorni confortata dall’affetto di Erhart, che diventerebbe suo erede. L’uomo, nonostante abbia riposto tante speranze nel figlio per tentare di riconquistare un ruolo sociale, accoglie la richiesta di Ella. Ma la moglie non è d’accordo e si oppone.
Erhart, dal canto suo, rivendica il proprio diritto a vivere la sua vita.