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“Simon Boccanegra” di Verdi su Rai5

Teatro La Fenice di Venezia - Photo © Michele Crosera
Teatro La Fenice di Venezia – Photo © Michele Crosera

Su Rai5 sabato 9 maggio 2020 alle ore 10.51 viene riproposto il capolavoro di Giuseppe Verdi “Simon Boccanegra” che ha aperto la Stagione lirica 2014-2015 del Teatro La Fenice di Venezia.

L’opera, scritta per La Fenice (prima assoluta 12 marzo 1857), è andata in scena nella nuova versione in un prologo e tre atti approntata da Verdi ventiquattro anni dopo la prima veneziana e andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 24 marzo 1881. Per l’occasione il libretto, che Francesco Maria Piave aveva tratto nel 1857 dal dramma Simón Bocanegra di Antonio García Gutiérrez, fu rivisto dal giovane Arrigo Boito che, in accordo col compositore, apportò numerose modifiche e aggiunte, tra cui la grande scena del Consiglio nel secondo quadro dell’atto primo.

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Sul podio il Maestro Myung-Whun Chung.
Sul palcoscenico tra gli artisti il baritono Simone Piazzola (Simon Boccanegra), il soprano Maria Agresta (Maria Boccanegra), il tenore Francesco Meli (Gabriele Adorno), il basso Giacomo Prestia (Jacopo Fiesco), il baritono Julian Kim (Paolo Albiani), il basso Luca Dall’Amico (Pietro).

Ambientata nella Genova trecentesca, l’opera è andata in scena in un nuovo allestimento del Teatro La Fenice in coproduzione con la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova, con la regia e le scene di Andrea De Rosa, i costumi di Alessandro Lai e le luci e i video di Pasquale Mari.

«Per il nuovo allestimento dell’opera di Verdi che il Teatro mi ha affidato – ha affermato Andrea De Rosa – sono rimasto fedele al testo cercando di esaltare quello che secondo me può essere considerato l’elemento chiave: il mare. Per un uomo di mare come Simone è importante avere sempre un orizzonte visibile, ma il dolore e i palazzi del potere gli precludono la vista di questo orizzonte. Al mare ho attribuito un’importanza primaria rendendolo presente, in forme sempre diverse, per tutta la durata dello spettacolo».

«Un altro elemento che ho voluto sottolineare in maniera particolare – ha continuato il regista – riguarda la rappresentazione del tempo. Si tratta di una componente molto importante in quest’opera, a partire dallo scarto di venticinque anni che intercorre tra il prologo e il primo atto. La forte divisione temporale tra il prologo e il corpo dell’opera ha in sé l’energia per assecondare la trama come se fosse un romanzo, una cosa su cui Verdi lavorerà molto nelle sue opere degli ultimi anni. Simon Boccanegra è un’opera molto articolata, al punto da apparire addirittura complicata. I rapporti di parentela o di interesse che sussistono tra i vari personaggi della vicenda sono in continuo cambiamento e si dovrà aspettare il terzo atto affinché tutti i nodi della storia si sciolgano. Ma, come suggeriva Gabriele Baldini, la difficoltà può essere una risorsa: Verdi è attratto, più o meno consapevolmente, dalla complessità della trama, e io provo un interesse vivo nell’esaltare le relazioni umane sulla scena».

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