Ridley Scott ha avvertito qui l’esigenza di tenersi il più vicino possibile alla cronaca dei fatti (la pellicola, ispirata a eventi reali, narra dell’ultimo “duello di Dio”, che si combatté in Francia nel 1386 alla presenza di Carlo VI, il “re folle”) e di ricreare con cura filologica meticolosa, quasi maniacale, particolari scenografici, costumi, rituali, consuetudini relativi a un’epoca ben determinata, il Basso Medioevo, di cui si individuano altresì alcuni riferimenti storici specifici: le conseguenze economiche della peste nera, il declino del sistema feudale, le prime fasi della guerra dei Cento Anni.
Di fatto, l’immagine al negativo del Medioevo che ci viene proposta dal film (il Medioevo come età oscura, feroce, barbarica) resta quella di una lunga tradizione letteraria, nonché di un certo cinema più o meno recente di ispirazione medievale (il precedente più immediato e “alto” può ravvisarsi in Quarto comandamento, 1987, di Bertrand Tavernier). Un Medioevo a cui i toni plumbei della fotografia di Dariusz Wolski e il massiccio ricorso agli effetti digitali conferiscono un senso di artificio e di ridondanza, sì da renderlo un luogo irreale, artefatto, pericolosamente vicino a quello che ci viene ammannito da tanta letteratura fantasy o da certi videogames.
Qualcuno, incautamente, ha voluto accostare The last duel al lungometraggio d’esordio dello stesso regista, I duellanti (1976), la cui squisita eleganza attica, in realtà, non ha nulla a che spartire con la torva e faticosa incandescenza figurativa di quest’ultimo lavoro di Scott, né con la sua convulsa, nevrotica messa in scena. Allo stesso modo, se i primi due capitoli di The last duel, che assumono il punto di vista dei due protagonisti maschili (due personaggi, il marito padrone e il predatore sessuale, campioni entrambi, sia pure in forme diverse, di un sistema patriarcale e repressivo fondato sull’assoggettamento della donna), conservano qualcosa dell’ambiguità duttile e sottile che ne I duellanti dava densità al racconto, l’adozione, nel terzo segmento della pellicola, del punto di vista di Marguerite (la donna violata che, con la sua sete di giustizia, mette in crisi le consuetudini della comunità) finisce per imbrigliare l’intrigante complessità della struttura narrativa (il modello dichiarato è Rashomon, 1950, di Akira Kurosawa) entro un discorso ideologico e dottrinario tutto moderno, dove si sprecano echi e richiami politici e culturali alle battaglie del neofemminismo dei nostri giorni.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: The last duel
Regia: Ridley Scott
Cast: Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer, Ben Affleck, Harriet Walter, Marton Csokas, Nathaniel Parker,Adam Nagaitis, Alex Lawther
Durata: 152 minuti
Genere: Drammatico, Storico
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Data di uscita: 14 ottobre 2021