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“Gabinetto d’amatore con asini iconoclasti” – In mostra a Chiavari il dipinto di Frans Francken II

Frans Francken II, Gabinetto d’amatore con asini iconoclasti - Foto di Tonino Paratore
Frans Francken II, Gabinetto d’amatore con asini iconoclasti – Foto di Tonino Paratore

Artista eclettico, conosciuto soprattutto per la produzione dei cosiddetti cabinets d’amateur, composizioni che raffiguravano interni gremiti di quadri e oggetti, Frans Francken II (Anversa 1581-1642) è il più celebre e il più apprezzato esponente di una famiglia di pittori anversani che operò nelle Fiandre nel XVI e XVII secolo. Meno conosciuto in Italia rispetto ad altri maestri della cultura figurativa fiamminga dello stesso periodo, le sue opere sono oggi gelosamente custodite nei maggiori musei del mondo: al Louvre, al Prado, agli Uffizi, a Brera, all’Hermitage, al Kunsthistorisches Museum di Vienna, alla Gemäldegalerie di Dresda, al Rijksmuseum di Amsterdam, al Getty di Los Angeles. E a Palazzo Barberini a Roma, dove è registrato un suo dipinto di soggetto analogo a quello di proprietà della Società Economica di Chiavari.

Il Gabinetto d’amatore con asini iconoclasti, realizzato nel primo Seicento (la data, posta in basso, accanto alla firma del pittore, a causa dell’abrasione delle ultime due cifre, va letta dubitativamente 1606 o 1620 o 1626), è un’opera che ci propone un’iconografia decisamente insolita. Buona parte della superficie della tavola è occupata da una parete su cui sono collocati quadri dai soggetti più disparati: paesaggi e interni domestici alla maniera di Brueghel, scene di carattere biblico, studi di animali, ritratti, allegorie (alcuni dipinti sono riproduzioni di opere dello stesso Francken). Più in basso v’è un ripiano dove sono stipati alla rinfusa oggetti vari: conchiglie, medaglie, monete, occhiali, un mappamondo, un cavalluccio marino, un libro d’ore miniato: curiosità e meraviglie assemblate secondo il gusto delle Wunderkammer che era tipico dell’epoca.

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Sulla destra la composizione si apre inopinatamente su uno scenario angoscioso e inquietante: oltre una balaustra, sotto un cielo corrusco, alcune figure con la testa d’asino e armate di lunghe mazze si agitano scomposte cercando di demolire una statua (è Urania, la musa dell’astronomia e della geometria). Altri esseri con protomi asinine fanno a pezzi libri, strumenti musicali, opere d’arte (tra gli oggetti contro cui si accaniscono, v’è pure una sfera armillare).

Frans Francken II, Gabinetto d’amatore con asini iconoclasti - Particolare
Frans Francken II, Gabinetto d’amatore con asini iconoclasti – Particolare

Gli onocefali rappresentano il trionfo della barbarie e dell’ignoranza bestiale, a cui il pittore, giocando sul contrasto tra sfondo e primo piano, oppone le ragioni della bellezza, della cultura e del sapere scientifico.

È evidente, nel dipinto, il ricordo dei violenti episodi di furore iconoclasta che si consumarono ad Anversa nel 1566, quando i predicatori calvinisti che avevano assunto il controllo della città promossero la distruzione delle immagini di culto custodite nelle chiese, episodi che, agli occhi dei cattolici che dal 1585 erano tornati a governare la località fiamminga, assunsero un carattere blasfemo.

Il quadro di Chiavari, intorno a cui tra il 12 e il 21 luglio 2024 presso la sede della Società Economica sarà dedicata una piccola mostra, si distingue dalle altre variazioni sul tema realizzate da Francken (oltre a quella di Roma, se ne conservano ad Anversa, a Baltimora, a Monaco di Baviera…) per la dilatazione spaziale che l’artista ha inteso conferire alla scena degli asini iconoclasti. Una scelta che, come faceva giustamente notare Andrea Lavaggi, un giovane studioso che ha dedicato una densa analisi al dipinto riportandolo all’attenzione della critica, mira ad “accentuare il significato allegorico della composizione”. Il gabinetto dell’amatore acquista allora i caratteri di un luogo sereno di studio, di ricerca, di conservazione, dove le immagini (sacre e profane), gelosamente protette non solo in virtù della loro bellezza, ma anche in quanto strumenti di devozione religiosa e sapere enciclopedico, trovano scampo dalla furia dissennata di coloro che odiano l’arte e la cultura.

Nicola Rossello

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