Come era già accaduto nei due ultimi film di Zhang Yimou, Hero e La foresta dei pugnali volanti, anche La città proibita si presenta a tutta prima come una variazione virtuosistica sugli stilemi – sanciti e consacrati – del wuxiapian, un genere affine, per certi versi, alle nostre pellicole di “cappa e spada”, giocato su codici narrativi e iconografici rigorosi e vincolanti. (I film di wuxiapian celebrano le imprese di cavalieri erranti che agiscono in un tempo mitico, leggendario; l’intreccio di tali pellicole si riduce spesso a un elemento meramente funzionale; per contro, grande attenzione è riservata alle scene di battaglia e ai duelli, eseguiti come se fossero una danza rituale).
Sennonché le componenti del genere sono incanalate dal regista all’interno di un dispositivo narrativo che, nel suo insieme, aspira a conseguire un vasto respiro epico da tragedia antica – una tragedia sostanziata da echi melodrammatici. Viene da pensare allora a certo teatro elisabettiano, da cui il film sembra aver voluto recuperare l’intensità della concezione drammatica e la potente definizione delle figure. Anche qui, del resto, si descrivono lotte feroci per il potere, intrighi di corte, esilii, avvelenamenti, agnizioni, massacri.
L’allusione al passato mitico viene a collocare la vicenda in uno spazio cristallizzato, fuori dal tempo e dalla storia, che si offre pur tuttavia allo spettatore come metafora del presente. Come è stato notato a proposito della più recente produzione di Zhang Yimou, anche in un film come La città proibita la riflessione sul potere si rivela debitrice di un’ideologia autoritaria e neoimperiale, prona alle direttive di un regime dispotico interessato alla “risacralizzazione del potere tout court” (Luca Antoccia).
L’enfasi conferita alle scenografie, ai costumi, alle coreografie dei duelli e delle scene di massa – il film, nella sua spumeggiante ricchezza cromatica, insiste sul potere di fascinazione dell’immagine – sembra rispondere, per certi versi, a un simile progetto “pedagogico”. E’ pur vero però che la stessa tradizione del wuxiapian prevede l’impiego di una macchina scenica fondata su décor opulenti, cromatismi abbacinanti e sontuosi, deliri di abbaglianti geometrie: virtuosismi visivi che talora sconfinano nella tentazione formalistica e nella maniera.
Nicola Rossello
Scheda film
Titolo: La città proibita
Regia: Zhang Yimou
Cast: Chow Yun-Fat, Gong Li, Jay Chou, Liu Ye, Chen Jin, Ni Dahong, Li Man, Qin Junjie
Durata: 111 minuti
Genere: Storico/Azione
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data di uscita in Italia: 25 Maggio 2007