A Roma, il Complesso del Vittoriano, sala Zanardelli, ospita dal 23 settembre al 31 ottobre 2010 la mostra Fausto Coppi. Il Campionissimo. Organizzata in occasione del primo cinquantenario della morte del campione piemontese, ripercorre la vita e la carriera dello sportivo.
Attraverso la figura del Campionissimo, le immagini esposte restituiscono, inoltre, la storia dei cambiamenti avvenuti tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta del Paese, lasciando emergere il contesto sociale e politico di quel periodo, facendo trapelare il significato anche simbolico delle gare ciclistiche, o, ancora, suggerendo i risvolti non solo sportivi delle competizioni e delle rivalità.
Attraverso la mostra si raccontano, dunque, alcuni aspetti di una storia tipicamente italiana, così come tipicamente italiano è stato Fausto Coppi: italiano nel suo percorrere per il Paese migliaia di chilometri, da Nord a Sud, da Est a Ovest, per la sua capacità di suscitare l’interesse del mondo culturale di allora, da Anna Maria Ortese a Dino Buzzati a Curzio Malaparte, per il suo partecipare ai grandi fenomeni culturali del suo tempo, prestandosi all’ironia di Totò o alla popolarità del Canzoniere. E, ancora, italiano nel suo rimanere legato fino alla fine, anche una volta raggiunto il successo mondiale, al suo ambiente di origine, ai suoi amici, ai suoi primi compagni di vittorie, ai luoghi dei suoi esordi, alle zone delle sue prime corse e dei suoi affetti più cari.
La mostra, a cura di Luciano Asborno, è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il patrocinio della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport, del Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, in collaborazione con Gazzetta dello Sport, Cinecittà Luce e Rai Teche. Si avvale, inoltre, dei prestiti e della collaborazione dell’Associazione Fausto e Serse Coppi di Tortona, del FotoArchivio Omega Fotocronache Milano di Vito Liverani, del Museo Casa Coppi di Castellania, del Museo dei Campionissimi di Novi Ligure e di numerose collezioni private, tra cui quella di Salvatore Acri.