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All’Istituto Italiano di Cultura di Haifa inaugurata la mostra “I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola, 1942-1943”

Haifa“Un caloroso ringraziamento agli abitanti di Nonantola, i quali, animati da valori religiosi e da una profonda umanità, sessant’anni fa ci accolsero nelle loro case, ci nascosero e ci protessero dai nazisti, mettendo a repentaglio la loro vita,” con queste parole rotte di emozione il 29 gennaio Jacob Goldberg ha parlato a nome dei ‘ragazzi di Villa Emma’ all’Istituto Italiano di Cultura di Haifa (Israele), dove è stata inaugurata la mostra fotografica e documentaria “I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola, 1942-1943”.

La sala era gremita da oltre un centinaio di persone, tra cui una dozzina di sopravvissuti, accompagnati da figli e nipoti. Presenti il vice Sindaco di Haifa, Zvika Dehari, il quale ha espresso parole di vivo apprezzamento per questa iniziativa; il Sindaco di Nonantola, Sig. Pier Paolo Corsari, il quale ha ricordato le numerose iniziative che ogni anno la città di Nonantola dedica alla memoria, alla pace, al dialogo; il Prof. Klaus Voigt, curatore della mostra, nonché autore dello studio “Ragazzi ebrei in fuga. 1940-1945” (La Nuova Italia editrice), e il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Edoardo Crisafulli.

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Questa iniziativa commemora il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, la quale è riconosciuta dalla Repubblica italiana come giorno della memoria (legge del 20 luglio 2000, n. 211). La mostra è incentrata sulla vita quotidiana di alcuni ragazzi ebrei di varia nazionalità, provenienti da varie parti d’Europa, i quali, sfuggiti alle persecuzioni naziste, trovarono rifugio a Nonantola, presso Modena, in un’ampia casa di campagna affittata dalla Delasem, organizzazione assistenziale dell’ebraismo italiano. A Villa Emma alloggiarono 73 bambini e ragazzi, dai sei ai vent’anni, i quali usufruirono di corsi scolastici ad hoc. I ragazzi, tra l’altro, furono avviati ai lavori agricoli e artigianali, affinché si preparassero all’immigrazione in Palestina. I ragazzi di Villa Emma si salvarono, e la maggior parte di loro, alla fine della guerra, raggiunse finalmente l’agognata terra d’Israele. L’unico a essere deportato ad Auschwitz fu un ragazzo di Sarajevo, Salomon Papo. Al salvataggio diedero un contributo determinante gli abitanti di Nonantola, e in particolare il medico Giuseppe Moreali e il sacerdote Don Arrigo Beccari, i quali, negli anni Sessanta, sono stati onorati dallo Yad Vashem di Gerusalemme con un albero nel Viale dei Giusti.
Haifa ha un rapporto particolare con questa vicenda perché un gran numero dei ragazzi di Villa Emma abita in questa città, ragion per cui un giardino sul monte Carmelo è stato dedicato ai ‘giusti’ di Nonantola.
La mostra è il frutto della collaborazione tra Ambasciata d’Italia in Israele, Istituto Italiano di Cultura di Haifa, Comune di Nonantola e Fondazione “Villa Emma (ragazzi ebrei salvati)”.

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