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Cinema: The departed – A un passo dal capolavoro

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Tutta la parte iniziale e centrale di The Departed è a un passo dal capolavoro. Poi però qualcosa si inceppa e il film smarrisce la giusta misura tra spettacolo e riflessione morale. Scorsese, si sa, è un regista discontinuo, autore di pellicole memorabili, autentiche pietre miliari nella storia del cinema americano (Taxi driver, Toro scatenato, L’età dell’innocenza…), ma anche di opere irrisolte, mal servite da sceneggiature “sbagliate”, che un abile lavoro di messa in scena non sempre riesce a tenere in piedi.

The Departed nasce come rifacimento di Infernal Affairs di Andrew Lau, un gangster movie di Hong Kong da cui Scorsese recupera il duplice e speculare gioco di finzioni, inganni e incerte identità (l’agente sotto copertura infiltrato nella banda criminale che spadroneggia sulla città, il pupillo del boss annidato all’interno della polizia), per dipanare un racconto sinuoso, allucinato e delirante, dove i confini tra il bene e il male si fanno ambigui, sfuggenti, e l’intreccio delle false sembianze inestricabile.

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Il congegno narrativo è astuto, e sulle prime Scorsese sembra padroneggiarlo con buona sicurezza, riconducendolo al proprio personale universo iconografico e mitologico. Lo spaccato criminale e urbano (il film è ambientato nei quartieri popolari di una Boston claustrofobica, governata dalla malavita irlandese), nel suo taglio lucidamente antropologico, non può infatti non richiamare alla memoria le atmosfere cupamente sensuali, malate di isteria, violenza e luttuosa carnalità, di film come Mean Streets, Quei bravi ragazzi, Casinò, ovvero alcuni tra gli esiti più felici della produzione di Scorsese.

Alla lunga tuttavia il meccanismo viene a imporre la propria torva magniloquenza spettacolare e “romanzesca”, sfuggendo, almeno in parte, dalle mani del regista. Di qui la propensione al meccanico e al freddamente costruito di cui l’intrigo beffardamente si compiace. Di qui l’accumulo fragoroso di colpi di scena che nella parte finale del film si riversa a cascata sullo spettatore con effetti frastornanti.

Nicola Rossello

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