Al Museo Diocesano di Milano dal 23 marzo al 27 maggio 2012 verrà eccezionalmente esposto un capolavoro inedito di Giulio Cesare Procaccini, Ecce Homo.
L’iniziativa s’inserisce nel programma del Museo Diocesano che intende approfondire il contesto figurativo nel quale nascono le opere che appartengono alla sua collezione permanente. Nel percorso espositivo è, infatti, presente una Pietà di Giulio Cesare Procaccini, proveniente dalla Quadreria Arcivescovile di Milano.
Ben poco si conosce a riguardo di questa tela. Il dipinto rivela la mano di Giulio Cesare Procaccini in un momento molto precoce della sua attività. Pur riprendendo un impianto iconografico di stampo bolognese, l’artista, nella delicata resa della dolente figura di Cristo, si ispira innanzitutto all’Ecce Homo di Correggio, oggi alla National Gallery di Londra. Per la figura dello sgherro che solleva il velario, il riferimento principale sembra invece lo studio naturalistico condotto da Ludovico Carracci.
L’originalità del Procaccini si riscontra nella figura di Ponzio Pilato, la cui vitalità appare acquisita dalla densità cromatica veneta e il contatto diretto con la pittura di Rubens. È infatti verosimile che Giulio Cesare avesse ammirato il dipinto del grande maestro fiammingo raffigurante L’incoronazione di spine già nella chiesa di Santa Croce di Gerusalemme a Roma, con la quale l’Ecce Homo del Procaccini trova più di un riscontro nella resa cromatica e luministica, oltre che nell’analoga figura dello sgherro in controluce sulla sinistra.
L’Ecce homo costituisce molto probabilmente la prima significativa opera del Procaccini a Milano, senza la quale sarebbe difficile spiegare le ragioni della prestigiosa commissione all’artista, in concorrenza col Cerano, di opere per l’importante chiesa milanese di San Celso.