Il Centro Matteucci per l’Arte Moderna di Viareggio ospita, dal 7 aprile al 3 giugno 2012, la mostra “In Toscana all’alba del XX secolo. Una collezione privata“, curata da Francesco Palminteri.
In esposizione circa quaranta dipinti toscani tra Otto e Novecento, provenienti da una nota raccolta costituitasi nel secondo dopoguerra.
Con questa mostra la storia della pittura in Toscana, all’alba del Novecento, si dipana attraverso alcune tappe fondamentali: dalla dirompente lezione fattoriana, magnificamente riassunta nella Strada bianca, al divisionismo di Nomellini e all’ardita sperimentazione di Ghiglia al tempo della rivista “Il Leonardo”, fino all’Avanguardia futurista di Rosai e al “richiamo all’ordine” di Soffici, per giungere, infine, all’espressionismo di Viani e alla moderna ed eclettica classicità di Ram.
Per i pittori toscani di estrazione macchiaiola, nascere nell’ultimo quarto del secolo, quando l’unificazione del Paese è oramai un fatto compiuto, ha significato trovarsi in bilico tra un passato vissuto all’insegna del nuovo e un futuro che proprio da quel passato avrebbe tratto le premesse per l’affermazione di un’originale identità culturale. Per questa generazione di artisti, le idee si sono definite in un momento di transizione, di profondi mutamenti estetici oltre che sociali. Sulla loro formazione ha fortemente inciso da un lato il condizionamento di una personalità egemone come Fattori, dall’altro lo sconcerto di fronte alla rutilante modernità che, di lì a breve, avrebbe aperto la strada al Novecento. Ai pittori più prossimi all’alveo del maestro livornese, quali Adolfo e Lodovico Tommasi, Cecconi, Ulvi Liegi, Nomellini, Puccini, Oscar Ghiglia, etc., va il merito di aver seguito l’invito del maestro – “Fate qualcosa in arte che urti noi vecchi” – divenendo interpreti di un gusto a metà tra la lezione della “macchia” e la progressiva evoluzione in soluzioni sperimentali delle avanguardie, destinate a divenire emblematiche. Tra le più eclatanti, appunto, il potente espressionismo di Lorenzo Viani, il frantumato formalismo futurista di Rosai e il rivendicato “richiamo all’ordine” di Soffici.
Da qui l’idea della mostra che, attraverso le principali tappe di questo entusiasmante periplo verso quello che di lì a breve sarebbe stato il modernismo più dichiarato, offre al visitatore un esauriente spaccato della fertile quanto singolare realtà pittorica nel triangolo Firenze-Livorno-Viareggio tra il 1880 e 1930, confermando la centralità della Toscana in un’epoca così fortemente segnata da profondi mutamenti estetico-sociali.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Società di Belle Arti.
Sabato 31 marzo ore 18.30 ritiro spirituale di Pasqua. ore 16.00 confezionamento palmine -Ciao Enzo -Non rispondere con SMS a questo numero