Sola-mente L‘animA è una rappresentazione teatrale che andrà in scena per la prima volta a Roma dal 23 al 26 gennaio 2014 presso il teatro Petrolini. Una storia struggente che tocca vari temi sociali ed umani, tra i quali le condizioni di vita di chi soffre della malattia SLA.
Scritto da Diana Iaconetti e Saverio Conte, con la regia di Stefano Santini, la tappa romana è solo la prima di una lunga serie di date, il ricavato delle quali sarà per la maggior parte devoluto in beneficenza. Noi di Bit Culturali ospitiamo Diana Iaconetti, coautrice e attrice dello spettacolo.
Diana Iaconetti attrice e autrice sensibile, impegnata, attenta ai problemi sociali. Questa volta presenti uno spettacolo che tocca il tema della malattia e dell’attivismo civile.
Questo spettacolo lo dedico ai malati di SLA, che sono eroi silenziosi e continuano a morire senza essere ascoltati dalle sorde istituzioni che negano assistenza e innovative cure mediche che darebbero risultati e miglioramenti. Si parla nella mia rappresentazione di incomunicabilità, del rispetto dei diritti e di malattia. Dopo la piazza di Roma, lo spettacolo sarà dato in beneficenza alle associazioni affinché possano raccogliere fondi da destinare all’assistenza dei malati ed al sostegno della ricerca. Non c’è tempo da perdere perché la SLA miete vittime silenziose ogni giorno.
Di cosa tratta Sola-mente l’anima?
Questa volta interpreto la figlia di un’attivista che viene arrestato, ma che termina la sua esistenza in un carcere più crudele, quello della malattia. Racconto il rancore della figlia vissuta senza un padre, perché in prigione e per di più malato.
Cosa vuol dire fare teatro civile?
Voglio ringraziare gli amici e le persone che mi sono vicine e mi sostengono diffondendo la mia voce nel deserto arido dei cuori che non vogliono ascoltare. Ma, ahimè, provo molto dispiacere nell’esprimere il mio disappunto verso coloro che criticano gratuitamente la mia scelta di fare teatro civile. Credo di essere libera di portare nei teatri ciò che sento di più. Il teatro non è solo svago ma ha una specifica funzione sociale. Desidero rispondere una volta per tutte: nei miei spettacoli non si ride, ma si reclama giustizia. Le persone che desiderano ridere hanno una vasta scelta … che non tocca a me soddisfare.
Come vedi il teatro oggi?
Il teatro è vivo se visto come mezzo d’informazione e ricerca, in cui sperimentare il dialogo col pubblico e creare empatia verso i loro bisogni. In tempi difficili come oggi, in cui la precarietà è la regola, penso che usare questo meraviglioso mezzo per diffondere cultura e sentimento sia la perfetta sintesi di come vedo io il teatro. Ovviamente non è semplice, perché si è spesso da soli ad esporsi per delle cause delicate e con l’intento di mostrare i difetti della natura umana e non una falsa perfezione.
Quale saranno le tappe della prossima rappresentazione? Ci sono altri lavori in cantiere?
Ci stiamo organizzando per portare questo spettacolo nella mia città, Cosenza, sperando che possa prendere il volo ovunque.
A breve uscirà un EP musicale in edizione limitata e successivamente uno spettacolo teatrale, entrambi autoprodotti, in cui si affronta il tema della violenza sulle donne ed il ricavato sarà devoluto alle associazioni che si occupano delle donne vittime di violenza. Il progetto è a quattro mani, insieme a Gianna Pica, e ha per titolo “Scelgo di essere libera”.
Mentre l’impegno più imminente sarà uno spettacolo sul carcere, che molto probabilmente si terrà a Foggia, dal titolo: “Righe in bianco”, dall’omonimo libro da cui è tratto. Sarà una rappresentazione in cui si evocano le emozioni di chi è recluso tra i reclusi.
Diego Pirozzolo