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Firenze | A Palazzo Pitti i tesori della Fondazione Buccellati

Gianmaria Buccellati, 1970 “Scrigno Mediceo”, di forma decagonale, in oro giallo, con fondo in acciaio brunito , castoni in oro bianco incassati in brillanti
Gianmaria Buccellati, 1970 “Scrigno Mediceo”, di forma decagonale, in oro giallo, con fondo in acciaio brunito , castoni in oro bianco incassati in brillanti

Nelle monumentali sale del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze dal 2 dicembre 2014 al 22 febbraio 2015 è in programma la mostra “I tesori della Fondazione Buccellati. Da Mario a Gianmaria, 100 anni di storia dell’arte orafa“.

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In esposizione una selezione di oltre cento opere, tra gioielli, lavori di oreficeria e di argenteria disegnati da Mario e Gianmaria Buccellati, due tra i nomi più significativi del panorama orafo mondiale, eredi della illustre tradizione italiana, fiorita nel Rinascimento con Benvenuto Cellini.

La rassegna si aprirà con un omaggio a Mario Buccellati e saranno esposti alcuni tra i pezzi più preziosi ideati dal fondatore del marchio, come i bracciali, le spille o la tiara, lavorati a ‘tulle’ o a ‘nido d’ape’, vero segno distintivo di Casa Buccellati, in cui la finezza del traforo è esaltata dall’incastonatura dei brillanti e delle pietre preziose.

Il suo legame con Gabriele d’Annunzio è testimoniato da un bracciale in argento ritorto decorato con cinque lapislazzuli, contenuto in un astuccio firmato personalmente da d’Annunzio, da una collana in oro giallo, decorata con un berillo e rubini, offerta a Eleonora Duse come gioiello “prezioso, ancorché bizzarro”, da indossare come “serto ombelicale” e da oggetti quali portagioie e portasigarette con incisi motti e immagini cari al poeta e un portapillole recante l’iscrizione di una delle espressioni preferite da d’Annunzio, “Io ho quel che ho donato”.

Lo studio, le conoscenze tecniche e i segreti di lavorazione dell’argento antico, hanno portato Mario Buccellati a riprodurre fedelmente otto coppe del tesoro di Boscoreale, il sito archeologico vicino a Pompei, dove sorgeva la villa “della Pisanella”, sepolta dalla lava a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Il percorso proseguirà con la sezione dedicata a Gianmaria Buccellati, il cui talento precoce – disegnò il primo gioiello a dodici anni – fu incoraggiato dal padre per continuare la tradizione di famiglia.

Fu così che nacquero gli Oggetti preziosi, come sono stati definiti dallo stesso Gianmaria, pezzi unici, quali coppe, vasi e scatole appartenenti alla sua collezione personale che lui stesso disegnò e realizzò. Sono manufatti che testimoniano il suo forte legame e il suo costante rapporto con la cultura rinascimentale, barocca e rococò italiana e del resto d’Europa.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira.

MOSTRE

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Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

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