A Firenze, Forte di Belvedere, fino al 27 settembre 2015 è possibile ammirare le opere di Antony Gormley, artista scultore londinese tra i più noti del nostro tempo.
La mostra, aperta al pubblico lo scorso 26 aprile, è curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini e vede riunite più di cento opere di Gormley nelle sale interne della palazzina, sui bastioni, sulle scalinate e le terrazze, occupando ogni lato della fortezza cinquecentesca con le sue straordinarie viste sulla città e le colline circostanti.
Tra le opere in mostra l’installazione Critical Mass, un “anti-monumento che evoca tutte le vittime del XX secolo”. L’opera è stata ideata nel 1995, per un vecchio deposito di tram a Vienna, ed era anche, per l’artista, un modo di “attivare l’intero edificio e farne un punto di riflessione su un momento buio della storia della Germania”. Collocata sulla terrazza inferiore del Forte di Belvedere, Critical Mass acquisisce un nuovo significato nel confronto con la città rinascimentale, la storia dell’umanesimo e la continua e onnipresente relazione tra denaro e potere politico e militare. Gormley afferma: «Sul terrazzo più basso del Forte le 12 figure sono installate in senso lineare e progressivo dalla posizione fetale a quella assunta per osservare le stelle richiamando l’ “ascesa dell’uomo”. All’estremo opposto del terrazzo più basso si trova un ammasso confuso degli stessi corpi. Qui oggetti industriali in ferro sembrano abbandonati, ognuno dieci volte la densità relativa di un corpo umano vivente, riflettono la zona d’ombra che inevitabilmente accompagna ogni concetto del progresso umano, mettendo lo spettatore davanti ad un’immagine evocativa del conflitto del secolo scorso. Questa dialettica tra desiderio e abiezione è la tensione che sottende in modo capillare tutta la mostra».
Le figure più naturalistiche di Critical Mass, derivate da modelli presi direttamente dal corpo dell’artista, sono in dialogo con le recenti opere conosciute come Blockworks, che restituiscono l’anatomia umana attraverso volumi architettonici mentre ogni scultura è posizionata per entrare in risonanza con la struttura del Forte.
Come afferma l’artista: «Il Forte è un esemplare straordinario di trasformazione: una collina naturale trasformata in manufatto da Ferdinando de’ Medici. Per lungo tempo è stato associato all’arte contemporanea, spesso usato come contesto monumentale per opere monumentali. Piuttosto che inserire altre opere il cui intento è di misurarsi con la spazialità del luogo, ho scelto di esporre opere a misura d’uomo che permettano alla forma e alla sostanza di questa notevole costruzione di esprimersi».
La grande esposizione, che vede la ridefinizione della figura umana, trova la sua collocazione “naturale” a Firenze, città nella quale, tra Quattrocento e Cinquecento, artisti come Donatello, Michelangelo, Bandinelli e Cellini si sono dedicati allo studio della rappresentazione dell’uomo “ideale” e alla definizione del monumento in rapporto all’architettura e allo spazio pubblico. Human rinnova e conferma la determinazione della città a promuovere la cultura contemporanea, cercando una cruciale interazione tra la Firenze del Rinascimento e la città attuale in uno stretto dialogo tra scultura e una nuova concezione dell’ambiente antropico.
La mostra è promossa dal Comune di Firenze ed è organizzata da Mus.e, con il sostegno di Galleria Continua e White Cube.