Le Gallerie d’Italia – Piazza Scala, a Milano, ospitano una grande mostra dedicata a Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), tra i maggiori interpreti in pittura del Romanticismo.
L’esposizione, che resterà aperta al pubblico dal 7 novembre 2015 al 21 febbraio 2016, è curata da Fernando Mazzocca, con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli.
La mostra raccoglie in un’unica sede oltre 100 tra dipinti e affreschi dell’artista veneziano, tra i quali tre della collezione Fondazione Cariplo esposti nella permanente dedicata all’Ottocento delle Gallerie di Piazza Scala, La morte di Abradate, realizzato nel 1813, Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la prima crociata del 1835 e L’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con la propria famiglia, noto come I due Foscari, dipinto tra il 1838 e il 1840.
Nell’esposizione assumono un particolare rilievo temi – dalla Malinconia alla Meditazione sino al celeberrimo Bacio – risolti nella chiave di allegorie moderne per esprimere le attese e le inquietudini del Risorgimento. Di questi capolavori vengono messe a confronto le diverse versioni, come le due della Malinconia e in particolare – per la prima volta – le tre del Bacio, una delle quali fu presentata anche all’Esposizione Universale di Parigi del 1867.
Il percorso segue una successione cronologica, ritmata dalla presenza degli autoritratti dell’artista, in modo da rievocare insieme la sua vicenda biografica e il percorso creativo, dagli anni della formazione tra Venezia e Roma, ancora nell’ambito del Neoclassicismo, sino all’affermazione, a Milano, come protagonista del movimento Romantico. L’eccezionale sequenza di opere, tra cui capolavori più noti accanto ad altri presentati al pubblico per la prima volta, restituisce le esperienze di vita e d’arte di un autore in costante rinnovamento.
Le diverse sezioni della mostra riflettono i mutamenti del clima culturale, storico e sociale di cui Hayez è stato un sensibile interprete, padrone di diversi generi come la pittura storica e il ritratto – celeberrimi quello del Manzoni o della Principessa Belgiojoso –, la mitologia, la pittura sacra e un ambito allora di gran moda come l’orientalismo, sino a giungere alle composizioni dove trionfa il nudo femminile.
Protagonista sullo straordinario palcoscenico della Milano romantica, oltre a rappresentarsi in molti autoritratti, Hayez ha inserito la propria immagine all’interno dei suoi quadri storici, dando le proprie sembianze a uno dei personaggi che rivolgono lo sguardo allo spettatore. Intendeva testimoniare, in questo modo, la sua partecipazione diretta alle vicende che aveva voluto rendere vive e attuali con un processo di immedesimazione che ricorda quello del melodramma, con cui la pittura di Hayez ha avuto un rapporto diretto.
La rassegna pone a confronto – grazie a prestiti eccezionali come quello della Maddalena canoviana – la pittura di Hayez con la scultura del suo maestro Antonio Canova e con quella del suo seguace Vincenzo Vela, destinato a diventare uno tra i maggiori interpreti del Romanticismo in scultura.
La mostra rappresenta l’occasione per la riconsiderazione e la rivalutazione della cultura figurativa del Romanticismo, grazie all’approfondimento degli studi sul pittore e alla conoscenza di nuovi materiali. Si potranno, infatti, ammirare dipinti mai visti o non più esposti dall’Ottocento. Tra questi, dieci lunette che facevano parte di un ciclo di affreschi realizzati nel 1819 per decorare l’ufficio della Borsa di Venezia, che si trovava allora al pianterreno del Palazzo Ducale. L’insieme, che aveva suscitato l’ammirazione di Stendhal nel suo soggiorno a Venezia nel 1828, era costituito da quattordici lunette, di cui quattro sono andate perdute. Le restanti, distaccate e a lungo dimenticate nei depositi di Palazzo Ducale, sono state ora recuperate con un impegnativo restauro.
In occasione della mostra, anticipata al pubblico con un flash mob organizzato in EXPO che ha visto migliaia di persone baciarsi per celebrare l’opera icona di Hayez, le Gallerie d’Italia propongono al pubblico numerose attività collaterali, tra le quali una rassegna cinematografica realizzata in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana. Come di consueto, ad ogni pellicola viene legata un’opera presentata in mostra e illustrata al pubblico dai giovani mediatori culturali delle Gallerie.
La mostra, accompagnata da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, è realizzata nell’ambito delle attività di Progetto Cultura, un articolato piano di interventi promossi da Intesa Sanpaolo che, partendo dalla valorizzazione della proprie collezioni, promuove esposizioni temporanee ed eventi culturali nelle sue sedi museali.
L’esposizione è realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, la Pinacoteca di Brera a Milano e le Gallerie dell’Accademia di Venezia.