HomeCinemaLa legge del mercato, un film di Stéphane Brizé - Recensione

La legge del mercato, un film di Stéphane Brizé – Recensione

La legge del mercato - Un'immagine del film


Il film ci parla di Thierry, un disoccupato cinquantenne con un figlio disabile a carico, e della sua caparbia ricerca di un nuovo posto di lavoro. Mettendo a tacere rabbia e sconforto, l’uomo s’impegna in corsi di formazione professionale e di aggiornamento che, alla prova dei fatti, si rivelano del tutto inutili; sostiene, in Skype, un umiliante colloquio di impiego, dove si dichiara disponibile ad accettare retribuzioni e mansioni anche non rispondenti alle proprie capacità. Intanto la banca gli suggerisce di vendere la casa. Thierry trova infine un’occupazione come agente di sicurezza in un grande centro commerciale, dove dovrà sorvegliare i clienti e il personale di cassa. Qui, posto di fronte alla logica disumanizzante della società del mercato (il licenziamento di una cassiera che si era appropriata di alcuni buoni spesa), emergeranno in lui disagi e dilemmi morali di non facile soluzione.

Autore sin qui di cinque piccoli drammi intimisti (che non sono mai arrivati sugli schermi italiani), Stéphane Brizé adotta per questo suo sesto lungometraggio i modi realistici e semidocumentari propri del cinema d’impegno sociale. L’intento è quello di filmare le condizioni di malessere del tempo presente, la quotidianità faticosa, mediocre, umiliante della povera gente che la crisi economica ha messo in ginocchio. Il racconto è imbastito su una successione di lunghi segmenti narrativi la cui durata prolungata mira a far emergere il muto disagio del protagonista, la sua afflizione senza voce, destinata a restare inespressa (il dispositivo linguistico di Brizé non prevede sussulti, “scene madri”, accensioni mélo).

- Advertisement -

Lo stile austero, dimesso, umile della messa in scena, lontano da ogni enfasi romanzesca e spettacolare, può essere sicuramente accostato al rigore formale dei fratelli Dardenne: vedi il ricorso a interpreti non professionisti, capaci di una recitazione non accademica (fa eccezione Vincent Lindon, il quale, benché onnipresente, interpreta il proprio ruolo con asciuttezza ammirevole); vedi il disinteresse per l’illustrazione del contesto ambientale (la macchina da presa privilegia i piani ravvicinati sul corpo del protagonista, tallonato da presso attraverso un pedinamento costante); vedi la rinuncia alla musica da accompagnamento (che compare solo nella scena conclusiva a mo’ di congedo).

Il risultato è da considerarsi in larga parte apprezzabile. Ma la radicalità delle scelte di regia conserva forse qualcosa di programmatico: la struttura del racconto, giocata com’è sulla ripetizione delle situazioni, ha un che di monocorde, e rischia almeno a tratti (penso alle scene di vita familiare) di non garantire un adeguato respiro alla narrazione.

Nicola Rossello

Scheda film
Titolo: La legge del mercato
Regia: Stéphane Brizé
Cast: Vincent Lindon, Yves Ory, Karine De Mirbeck, Matthieu Schaller, Xavier Mathieu, Noël Mairot, Catherine Saint-Bonnet, Roland Thomin, Hakima Makoudi, Tevi Lawson, Fayçal Addou, Dahmane Belghoul, Florence Herry-Leham, Agnès Millord, Irène Raccah, Christian Ranvier, Cyril J. Rolland, Sandrine Vang, Stéphanie Hurel, Soufiane Guerrab, Gisèle Gerwig, Saïd Aïssaoui, Rami Kabteni, Éric Krop, Françoise Anselmi, Jean-Eddy Paul, Samuel Mutlen, Christian Watrin, Guillaume Draux, Akina Toilibou
Genere: Drammatico
Durata:  93 minuti
Distribuzione: Academy Two
Uscita: 29 ottobre 2015

MOSTRE

La Sapienza Università di Roma - Foto di Diego Pirozzolo
Fondazione Roma Sapienza, “Arte in luce” X edizione

LIBRI