È dedicata a Letizia Battaglia la mostra allestita allo ZAC, lo spazio dedicato interamente all’Arte Contemporanea, ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
L’esposizione, aperta al pubblico dal 6 marzo all’ 8 maggio 2016, presenta 140 lavori fra fotografie di grande formato, in bianco e nero, insieme a videointerviste, libri sull’artista e materiale inedito che ripercorrono la carriera della fotografa palermitana.
Letizia Battaglia è tra le prime donne fotogiornaliste in Italia che ha ritratto i luoghi e le vittime degli omicidi di mafia, ma anche la vita, i volti e la società palermitana.
Immagini di dolore, povertà, morte, e di ricchezza, speranza, ribellione disegnano un percorso narrativo in cui le donne, i bambini, la politica, la mafia, la religione, le processioni, le feste e i numerosi campi d’investigazione diventano il pretesto per una rappresentazione unica di un momento storico durato oltre un quarantennio.
La mostra intende, così, offrire allo spettatore una visione complessiva dell’intero corpo fotografico che attraversa la storia e il costume nazionale.
Il percorso espositivo parte dalle prime fotografie scattate all’inizio degli anni Settanta a Milano. Sono gli anni delle contestazioni, delle manifestazioni, delle occupazioni, dello scontro in piazza, della dicotomia ideologico-politica tra comunismo e fascismo, scontro intellettuale e d’azione che sarà il germoglio di quegli anni di piombo che hanno insanguinato un intero paese.
Ma Milano è anche il centro di una nuova creatività che coinvolge artisti, intellettuali, registi, attori impegnati e la Battaglia è lì, con la sua prima macchina fotografica. Incontra e ritrae Pier Paolo Pasolini al cinema Turati, Ezra Pound a Venezia, interagisce con la lotta e la protesta teatrale di Franca Rame.
Famosa per le sue foto d’inchiesta sulla mafia, Letizia Battaglia fotografa giudici, poliziotti e uomini delle istituzioni in prima fila nella lotta contro Cosa Nostra, dagli anni Settanta agli anni Novanta: da Giorgio Boris Giuliano a Ninni Cassarà, dal giudice Cesare Terranova al Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella fino a Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.
Dalla serie Politici e mafia sono presenti in mostra anche gli scatti a Salvo Lima e Vito Ciancimino. Emblematica è la foto a Giulio Andreotti con i cugini Salvo (1978), trovata dalla Direzione Scientifica Antimafia negli archivi della Battaglia, che sarà poi uno dei principali capi d’accusa contro l’esponente democristiano.
Tra i principali mafiosi ritratti ci sono sia nomi poco noti sia personaggi come Luciano Liggio e Leoluca Bagarella.
Tuttavia i morti ammazzati e i criminali non sono gli unici soggetti di Letizia Battaglia. Gli anni Ottanta sono particolarmente fecondi e fotografa la società civile, come donne e bambini nei quartieri, nei rioni, nei vicoli di una città che ancora conserva le rovine della Seconda Guerra Mondial e. Descrive dettagliatamente la miseria di un’isola quasi abbandonata al suo destino. Sguardi pieni di dignità, di compassione, di muta rassegnazione con cui Letizia Battaglia costruisce un dialogo intimo e profondo, pieno di rispetto e di comprensione.
Parallelamente Letizia Battaglia immortala la borghesia e la nobiltà palermitana, protagonista di feste e ricevimenti sfarzosi.
Non sfuggono al suo obiettivo nemmeno le feste religiose, le processioni, la tradizione dei riti funebri e la vita quotidiana.
La mostra, promossa dal Comune di Palermo, in collaborazione con la Fondazione Sambuca, rientra nell’ambito delle celebrazioni per gli ottant’anni di Letizia Battaglia ed è curata da Paolo Falcone.