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Le porcellane di Geminiano Cozzi a Venezia

Manifattura Cozzi, Coppia di salsiere con decorazione imari, Collezione privata
Manifattura Cozzi, Coppia di salsiere con decorazione imari, Collezione privata

Rimasta a lungo un segreto delle manifatture cinesi, la porcellana fu ricreata in Europa nel secondo decennio del XVIII secolo, presso la corte sassone di Augusto il Forte e da qui si diffuse gradualmente in tutto il continente. Nel corso del Settecento la Serenissima fu l’unico stato dove sorsero ben quattro manifatture di porcellane, anche se tutte per iniziativa privata.
Una di esse fu quella di Geminiano Cozzi (1728 – 1798), nato a Modena ma veneziano d’elezione, alla cui straordinaria attività di imprenditore ante litteram la Fondazione Musei Civici di Venezia dedica, dal 19 marzo al 12 luglio 2016, la prima retrospettiva in assoluto. E non è un caso se la mostra viene presentata nel pòrtego al primo piano di Ca’ Rezzonico, Museo del Settecento veneziano, sede che più di ogni altra, per peculiarità e storia, si presta a celebrare uno degli aspetti maggiormente affascinanti dell’arte del XVIII secolo.

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La rassegna, curata da Marcella Ansaldi e Alberto Craievich, presenta oltre seicento pezzi provenienti da musei italiani ed esteri, tra cui i pochi esemplari sicuramente datati e i molti custoditi in collezioni private fino ad oggi di difficile accesso al pubblico e agli studiosi.

Il percorso espositivo illustra l’evoluzione della manifattura Cozzi e le tipologie dei decori e dei vari oggetti, evidenziando da un lato una delle vicende storico-artistiche più affascinanti del Settecento e presentando, dall’altro, uno spaccato dell’attività manifatturiera dello stesso periodo che racchiude episodi di sorprendente modernità.

Lo sviluppo dell’arte della porcellana nel Settecento nella Repubblica di Venezia si deve a personalità controverse, caparbie ed affascinanti. È il caso del giovane patrizio Giovanni Vezzi, che nel 1720 inizia la propria produzione, o di Nathaniel Friederich Hewelcke, mercante sassone che chiese ed ottenne un privilegio ventennale per la fabbricazione di “porcellane di Sassonia d’ogni e qualunque specie” a Venezia; o ancora, oltre al già citato Geminiano Cozzi, di Giovanni Battista Antonibon, che nel 1762 avvia a Nove la produzione della porcellana trent’anni dopo aver ottenuto dal consiglio dei “Savi della Mercanzia” della Serenissima il privilegio di produrre maiolica di qualità per vent’anni senza doverne pagare le tasse (1732).
I risultati, benché qualitativamente straordinari, non furono però altrettanto fortunati: Vezzi ed Hewelcke dopo pochi anni furono costretti ad abbandonare le loro imprese a causa dei debiti, solo Antonibon a Nove e Cozzi a Venezia riuscirono a dar vita, pur nelle difficoltà, a imprese durature.

La mostra Geminiano Cozzi e le sue porcellane è accompagnata da un catalogo illustrato pubblicato da Antiga Edizioni.

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