È dedicata ad Antonio Ligabue la mostra allestita nelle Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale di Palermo, aperta al pubblico dal 19 marzo al 31 agosto 2016.
In esposizione oltre sessanta opere ad olio, cinque sculture in bronzo e una sezione dedicata alla produzione grafica con disegni e incisioni. Tra le opere esposte a Palermo anche quattro inedite, mai esposte prima, che rappresentano figure di animali: Volpe in fuga col gallo in bocca (1943-44), Cavalli, Leopardo con Antilope e Rapace.
La mostra, dal titolo “Antonio Ligabue. Tormenti ed incanti”, si snoda in tre sezioni che raccontano, in ordine cronologico, la produzione artistica dell’artista di Gualtieri e che corrispondono ai tre periodi in cui viene suddivisa la sua opera.
La prima sezione comprende le opere realizzate tra il 1928 e il 1939. L’impianto formale appare semplice, spesso concentrato su di un’unica immagine centrale, con pochi elementi di vegetazione e deboli richiami azzurrognoli sullo sfondo. Già in questo primo periodo appaiono i due temi fondamentali della sua opera: gli animali, spesso feroci, esotici, ma anche domestici, e i celebri autoritratti.
Nella seconda sezione della mostra, che comprende le opere realizzate tra il 1939 e 1952, la connotazione estetica assume valori altamente qualificanti sia nel colore sia nell’elaborazione di forme più complesse. Fra i diversi elementi espressivi della nuova impostazione stilistica, il protagonista diventa il colore. Man mano che si avvicina alla pienezza della sua capacità creativa, esterna in modo sempre più efficace il dramma della sua esistenza, attraverso la configurazione dell’aggressività animale.
La terza sezione della mostra si riferisce alla produzione del decennio 1952 – 1962, anno in cui Ligabue viene colpito da una paresi che lo lascerà invalido sino alla morte, avvenuta nel 1965.
La produzione pittorica degli ultimi dieci anni è senz’altro la più numerosa. La sua attenzione è pienamente rivolta adesso verso concezioni stilistiche nuove, in cui l’argomento trattato assume centralità assoluta rispetto all’espressione pittorica e allo svolgimento scenico, tanto da far sentire al pittore la necessità di ampliare al massimo le dimensioni del soggetto in primo piano, spesso sottoposto a deformazione figurativa, per caricarlo di una maggiore espressività estetica.
L’esposizione, promossa dalla Fondazione Federico II di Palermo e dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri, è curata da Sandro Parmiggiani, con l’organizzazione generale di C.O.R. Creare-organizzare-realizzare.