62 capolavori che documentano una vicenda di lasciti, donazioni e depositi, in larga parte sviluppatasi dal penultimo decennio del XIX secolo, si possono ammirare, fino al 4 settembre 2016, in sei stanze della Galleria d’Arte Moderna di Milano. Un percorso dedicato alle opere pittoriche inedite provenienti dalle Collezioni del Museo che vede come protagonisti Francesco Hayez, Vittore Grubicy de Dragon, Domenico e Gerolamo Induno, Mosè Bianchi, Filippo Carcano, Gaetano Previati e altri.
L’esposizione, dal titolo “Sei stanze, una storia ottocentesca“, si articola in sei sezioni che indagano i temi più cari alla ricerca figurativa ottocentesca, quali il Ritratto, la Veduta e il paesaggio, la Scena di genere, la Natura morta, e infine un approfondimento dedicato alle correnti artistiche del Realismo e del Simbolismo.
Le prime due stanze, dedicate al Ritratto dalla fine del Settecento ai primi decenni dopo l’Unità d’Italia, rivelano lo sviluppo del genere a partire dal ritratto neoclassico ufficiale e di rappresentanza, all’attenzione crescente per l’interpretazione psicologica in cui veridicità descrittiva ed indagine emotiva si fondono nella rappresentazione quotidiana e realistica di richiamo impressionista.
La terza sezione propone vari esempi di Paesaggi e vedute dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli inizi del Novecento, quando la sperimentazione materica si rivolge a definire al meglio le diverse condizioni fisiche ed atmosferiche dei luoghi e allo stesso tempo restituirne un senso più profondo.
A lungo considerata “minore”, la Pittura di genere – protagonista della quarta sezione – riscuote uno specifico interesse da parte della committenza del XIX secolo, per la particolareggiata rappresentazione di scene ed eventi tratti dalla vita quotidiana, con protagonisti anonimi, borghesi o popolani, occupati in faccende domestiche in interni, così come in momenti di lavoro.
La quinta sezione del percorso è dedicata alla Natura morta: un genere che nella seconda metà dell’Ottocento incontra una rinnovata fortuna soprattutto a Milano, capitale del regno Lombardo-Veneto, dove la nuova classe borghese e imprenditoriale, in forte ascesa sociale, si fa committente di nature morte con fiori, frutta e più raramente animate dalla presenza di animali, impreziosite dall’inserimento di vasellame e altri oggetti di uso quotidiano, per arredare le dimore e, allo stesso tempo, esaltare il proprio status economico e sociale.
Il percorso si conclude con la sala dedicata ad alcuni tra i più interessanti protagonisti del Realismo lombardo dove l’indagine sociale, le problematiche e drammi contemporanei sono al centro della narrazione realista a cui fa da contraltare la grande stagione artistica del Simbolismo, in cui le regole della composizione e della resa pittorica vengono rivoluzionate da immagini nuove e affacciate al nuovo secolo.