“Il corpo del reato” è il titolo della mostra che dal 16 dicembre 2016 al 27 agosto 2017 resterà aperta al pubblico all’Antiquarium di Pompei.
Si tratta di un inedito “bottino” di oggetti sequestrati che testimoniano la grande razzia subita dal patrimonio culturale italiano dal 1960 ad oggi a seguito di appropriazioni illecite e ora svincolati e resi disponibili al pubblico.
In esposizione circa 170 reperti di vario genere, come ceramiche, crateri, statue, depositi votivi, falsi archeologici, ecc., dal VI secolo all’Età Romana, conservati da lungo tempo nei depositi di Pompei e di recente svincolati e resi fruibili.
Ad una lunga e massiccia stagione di saccheggio le Forze dell’Ordine hanno posto un freno con un’importante azione di salvaguardia arrivando a sequestrare oltre 800 mila reperti.
Si deve, infatti, allo straordinario lavoro dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Magistratura il recupero delle opere presenti in mostra, selezionate da 45 lotti di sequestri custoditi nei depositi della Soprintendenza Pompei, recentemente svincolati dal Tribunale di Napoli.
I sequestri sono stati condotti principalmente a Pompei e nei dintorni come Boscotrecase, Gragnano e Sant’Antonio Abate.
In alcuni casi possiamo pensare a materiali tratti da scavi clandestini svolti nell’area, anche se buona parte degli oggetti proviene da saccheggi perpetrati in vari siti dell’Italia meridionale, come la ceramica daunia proveniente dalle necropoli della Puglia settentrionale.
I reperti esposti sono stati sequestrati a piccoli ricettatori non inseriti nella ramificata filiera del commercio internazionale, dediti piuttosto a rifornire il livello “basso” del mercato, quello dei piccoli antiquari e delle collezioni private. Oggetti, quindi, trafugati e destinati al solo desiderio personale, ma che oggi tornano seppur silenti a essere patrimonio di ogni cittadino del mondo.