Nelle due nuove sale espositive della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è allestita una mostra dedicata all’artista danese Rita Kernn-Larsen. L’esposizione resterà aperta al pubblico dal 25 febbraio al 26 giugno 2017.
Kernn-Larsen ha ricoperto un ruolo determinante nell’ambito del movimento surrealista danese e internazionale. Nei primi anni ‘30 studia con Fernand Léger a Parigi, diventando una delle sue migliori studentesse. Nel 1934 si unisce al gruppo surrealista danese e viene soprannominata dalla critica “la Picasso danese”. Continua ad esporre con i surrealisti, affermandosi come figura cardine all’interno del gruppo stesso, e partecipa nel corso degli anni ’30 ad alcune importanti mostre internazionali.
In mostra si può osservare come Rita Kernn-Larsen riunisca, secondo la sua vena surrealista, sogni e memorie attraverso la tecnica dell’automatismo per far emergere, direttamente dall’inconscio, un flusso di immagini. «Parto da qualcosa di reale – spiega l’artista – e l’inconscio poi fa il resto».
Tra le opere esposte anche il dipinto che la Kernn-Larsen considerò uno dei suoi migliori quadri, il capolavoro Danza e controdanza (1936), nel quale vari ritmi legati all’automatismo pulsano gli uni contro gli altri.
La mostra, inoltre, mette in luce come la pittrice sia stata influenzata dal lavoro del belga Paul Delvaux, il cui dipinto L’aurora (1937) ritrae delle donne-albero. L’identificazione dell’artista-donna surrealista con la natura fertile ritorna in diverse opere dell’artista danese, tra cui il suo singolare Autoritratto (Conosci te stesso) (1937), acquisito dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim nel 2013.
Sebbene nei suoi ultimi anni Rita Kernn-Larsen si sia allontanata dal Surrealismo per avvicinarsi a un’arte fondata sull’astrazione e la natura, nel 1967 afferma che «Il periodo surrealista fu straordinario […] il periodo migliore della mia vita d’artista».
Tre sue opere, incluso l’autoritratto, furono esposte alla Biennale di Venezia del 1986, selezionate dallo storico dell’arte e curatore Arturo Schwarz, e oggi, dopo oltre trent’anni, ritornano a Venezia.
La mostra riunisce un’importante selezione di dipinti provenienti da collezioni danesi pubbliche e private, nonchè fotografie e documenti inerenti la sua personale alla Guggenheim Jeune (Londra, 1938), e una video-intervista fatta all’artista in occasione della sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1986.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo illustrato, edito in italiano e inglese, con saggi della curatrice Gražina Subelytė e dello storico del’arte danese Johan Zimsen.