Un fiume di parole su un rotolo di carta lungo 30 metri attraversa la Sala Santa Rita a Roma che, dal 16 al 21 marzo 2017, ospita la singolare opera del giovane Petar Pitocco.
Frammenti di vita quotidiana scritti a scuola, con ricorrenza settimanale nell’arco di un anno, da Petar, uno studente diversamente abile, con la guida di due insegnanti del Liceo Artistico Argan di Roma, Ciro Dimita, che è anche il curatore dell’installazione, e Maria Teodolinda Saturno, esperta di didattica inclusiva.
Un lavoro nato nell’ambito di un’attività di inclusione scolastica, per mezzo della scrittura autobiografica, il cui approdo naturale è una condivisione allargata alla città, che superi le pareti dell’aula, amplificandone nel tempo e nello spazio le possibilità di incontro con diversi interlocutori. Non solo compagni ed insegnanti, ma anche visitatori, passanti, turisti attratti dal potere evocativo delle parole, dalla fluenza visiva della grafia di Petar Pitocco che ammalia e si fa leggere, scorgere, decodificare, ripercorrere.
«Questo lavoro – racconta la prof.ssa Saturno – nasce dalla constatazione, condivisa con il collega, della straordinaria bellezza della grafia di Petar e del suo bisogno di comunicare».
«Avevamo già collaborato al progetto sull’identità “This is me” – prosegue il prof. Dimita – in cui avevo volutamente coinvolto quattro studenti diversamente abili, i cui autoritratti grafico-pittorici sono stati esposti in una mostra che ho curato negli spazi dell’ex-cartiera Latina. Il riscontro ci aveva entusiasmato, per la prima volta i compagni avevano riconosciuto in loro dei potenziali artisti. Così abbiamo pensato di proseguire insieme il percorso sul racconto del sé».
“ 30 Metri. Auto•Bio•Grafia ” è un’occasione per vedere la realtà con lo sguardo di un adolescente diversamente-abile e per scoprire nella realtà della disabilità il potenziale creativo, «soprattutto un’opportunità – secondo il curatore – per abbandonare i propri pregiudizi ed incontrare l’altro, apprezzarne le differenze, comprenderne le affinità e scoprirsi, in fondo, diversi e un po’ più umani».
La mostra è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali – Direzione Organismi Partecipati e Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.