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I Santi d’Italia in mostra a Palazzo Reale di Milano

Raffaello Vanni, Siena 1595-1673, Santa Caterina in preghiera davanti al crocifisso, 1644 circa, olio su tela, Roma, collezione Lemme - Mostra "I Santi d'Italia"
Raffaello Vanni, Siena 1595-1673, Santa Caterina in preghiera davanti al crocifisso, 1644 circa, olio su tela, Roma, collezione Lemme – Mostra “I Santi d’Italia”

A Palazzo Reale di Milano, fino al 4 giugno 2017, è aperta al pubblico la mostra “I Santi d’Italia. La pittura devota tra Tiziano, Guercino e Carlo Maratta”, a cura di Daniela Porro.

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L’esposizione racconta la parabola della pittura devota, mettendo in connessione le figure cardine della devozione popolare di Roma e Milano, dagli albori del Trecento e sino al sorgere dell’Ottocento, in un percorso di 44 opere provenienti da alcuni importanti musei italiani ed esteri, da collezioni private, dalla Pinacoteca Vaticana e dalla Fabbrica di San Pietro.

Protagonisti della mostra sono Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, che sono stati proclamati patroni d’Italia da Pio XII il 18 giugno 1939, Pietro e Paolo, che sin dal primo secolo furono designati patroni di Roma, e Ambrogio e Carlo Borromeo, che tutt’oggi sono i protettori di Milano.

La rassegna ha inizio con una sezione dedicata ai due patroni d’Italia, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, accomunati dal fatto di essere stati entrambi segnati dalle stigmate, seppur in modo diverso. Si può ammirare, tra gli altri, il capolavoro maturo di Tiziano, proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, che rappresenta il momento in cui Gesù fa dono delle “sacre piaghe” a San Francesco. In mostra anche un capolavoro su tavola, proveniente dalla Pinacoteca Vaticana, dipinto intorno al 1365 da Matteo di Pacino, in cui Francesco appare, mostrando la ferita sulla mano e sul costato, tra la Vergine, il Cristo in imago pietatis, san Giovanni e gli apostoli.

Santa Caterina invece si può ammirare raccolta in preghiera nelle opere del Cozzarelli, del Sodoma e del Brescianino, della Pinacoteca Nazionale di Siena, di Raffaello Vanni che, nel cuore del Seicento, le dedica una delle sue opere più soavi che in mostra è accostata alla tela caravaggesca di Trofim Bigot, in cui anche Francesco medita dinanzi al Crocefisso.

L’esposizione prosegue attraverso una serie di opere che raffigurano Pietro e Paolo. In mostra anche i due capolavori dipinti da Ribera e da Giovanni Serodine, del quale si può ammirare la tela della Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst di Rancate. Questa sezione si chiude con due opere che inaugurano il Settecento: “San Pietro battezza il centurione Cornelio”, custodito al Palazzo Chigi di Ariccia, dipinto dal marchigiano Carlo Maratta e l’affascinante opera di Giuseppe Cades con “San Pietro appare a Santa Lucia e a Sant’Agata” proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.

La mostra prosegue con una sezione su Ambrogio, vescovo a Milano dal 374 al 397, e Carlo Borromeo, anch’egli a capo della Chiesa milanese dal 1564 al 1584, anno della sua morte. Si possono vedere insieme, come nella grande pala con la Vergine dipinta nel 1603 dal Salmeggia, custodita al Castello Sforzesco, oppure singolarmente. In particolare, di Carlo Borromeo si può vedere il singolare calco in gesso del volto, realizzato alla sua morte e custodito al Museo dei Cappuccini di Milano, da cui poi molti artisti hanno tratto ispirazione. Tra questi vi è sia un anonimo scultore lombardo che ha realizzato un busto ligneo policromo, proveniente dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria del Sasso di Morcote, in Svizzera, sia Carlo Ceresa, il pittore secentesco bergamasco che certamente se ne è servito per dipingere il “San Carlo in meditazione” che arriva in mostra dai depositi dell’Accademia Carrara di Bergamo, da dove giunge anche il trittico di Antonio Boselli, della fine del Quattrocento, ricomposto per questa occasione milanese, con il “Battesimo di Cristo tra sant’Ambrogio e sant’Antonio Abate”. Del Museo Diocesano di Milano è il bellissimo dipinto di Cerano con il San Carlo in gloria, mentre suggestivo e di grande forza evocativa è la tela con la Visione di San Carlo Borromeo che proviene dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Fano, dipinta intorno al 1630 da Giovan Francesco Guerrieri.

Infine è possibile ammirare a Palazzo Reale due importanti recuperi di opere d’arte trafugate. La prima è una serie di cinque statue lignee della fine del Quattrocento di Domenico da Tolmezzo che raffigurano i santi Paolo, Giacomo, Matteo, Tommaso e Andrea, trafugata nel 1981 e ritrovata soltanto nel 2016. La seconda è il recupero di un raffinato dittico cinquecentesco dipinto su tavola, di manifattura nordica, rubato nel 1987 da una chiesa in Austria e rintracciato in Italia lo scorso anno.

La mostra I Santi d’Italia, patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, è promossa dal Comune di Milano – Cultura, da Palazzo Reale e dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura, insieme al Segretariato Regionale per il Lazio.

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