Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma (sede di Via Nizza) ospita, dal 7 aprile all’ 11 giugno 2017, la mostra di Gea Casolaro dal titolo “Con lo sguardo dell’altro“.
L’esposizione affronta uno dei temi più cari all’artista, quello dell’importanza dello sguardo altrui nella costruzione della propria opera, così come nella visione dell’arte e della vita in generale.
Gea Casolaro ripropone quale incipit della mostra il manifesto “A cosa starà pensando la persona accanto a te?“, che nel 2008 insieme ad altri poster d’artista fu proposto nelle strade di Bologna alla riflessione dei passanti.
Con la serie South, lo spettatore è obbligato a rimettere in discussione la percezione del paesaggio e, al tempo stesso, la propria posizione sulla mappa del mondo. Una serie di bellissimi paesaggi esposti sotto sopra induce a riflettere sulla visione tipicamente occidentale del Sud del mondo e sul conseguente indotto di pregiudizi e stereotipi.
Nella serie Sharing Gazes, realizzato con un gruppo di studenti della School of Fine Arts di Addis Abeba, Casolaro si sofferma sulle trasformazioni e contraddizioni dell’avanzare della modernità nella capitale africana. Il progetto esalta il processo creativo collettivo posto in essere da Gea Casolaro, un processo fondato sulla condivisione dell’esperienza visuale di uno spazio e soprattutto sullo scambio dei punti di vista.
Still here si basa sulle relazioni tra cinema e realtà quotidiana, tra memoria e identità nelle vie di Parigi. L’artista utilizza lo sguardo fissato in precedenza dai registi sulla Ville Lumière. Attraverso la visione di centinaia di film girati nella capitale francese, a cui si alternano ampi percorsi a piedi in lungo e in largo per i quartieri parigini, Gea Casolaro ha creato la propria memoria di quei luoghi, dotandosi di ricordi non vissuti direttamente ma interiorizzati attraverso le storie dei personaggi dei film, attraverso la visione dei loro autori.
Del 2003 è il progetto Doppio sguardo, una installazione composta da una serie di fotografie e un video realizzati lungo Calle Florida, la principale strada pedonale di Buenos Aires, all’indomani della terribile crisi economica che sconvolse l’Argentina.
In ognuna delle opere selezionate per la mostra, Gea Casolaro sottolinea l’importanza della messa in dialogo dei punti di vista tra persone, storie, tempi e culture, per potenziare le nostre capacità di analisi delle immagini, della società e della realtà, in cui ogni frammento, ogni individuo è importante per la sua complementarietà con il resto del mondo.
È con questa chiave interpretativa che vanno lette anche le altre opere, i video e il materiale documentario in mostra, come la serie di foto (corredate da un testo) intitolata Autoritratti infiniti (1999), un lavoro nato come autoritratto d’artista per la rivista Artel. O ancora, il video Il popolo del castello, significativamente dedicato a Franca Viola, e i due video Fuori da qui – Rebibbia femminile (2005) e Fuori da qui – Rebibbia maschile (2006) dove Gea Casolaro, incontrando le detenute e i detenuti della casa circondariale romana di Rebibbia, ha lavorato insieme a loro con testi, disegni e fotografie per riflettere sulla possibile rappresentazione del “fuori” visto da dentro il carcere.
La mostra, curata da Claudio Crescentini, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale -Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con The Gallery Apart.