A Roma, alla Casa della Memoria e della Storia, dal 15 settembre al 31 ottobre 2017, è in programma la mostra di Pasquale Liguori dal titolo Borgate.
Le fotografie esposte propongono una veduta contemporanea delle aree cittadine dove in epoca fascista vennero istituite 12 borgate storiche: Acilia, Gordiani, Pietralata, Primavalle, Prenestino, Quarticciolo, San Basilio, Tiburtino III, Tor Marancia, Trullo, Tufello, Val Melaina. Si tratta di distretti un tempo distanti e periferici che oggi, invece, costituiscono spesso parte integrante del tessuto urbano consolidato della Capitale.
Pasquale “Pas” Liguori, autore della mostra, ha eseguito un reportage fotografico realizzato alle prime luci di ogni domenica mattina.
«Nel muovere i primi passi di questo viaggio – afferma Pasquale Liguori -, mi sono ispirato a un espediente linguistico condotto sul sostantivo Borgate. Immaginandolo composto col suffisso anglosassone -gate, l’ho allontanato dall’accezione comunemente scandalistica (come in Watergate, Sexygate etc.), per avvicinarlo al significato tradotto in porta, varco, meglio ancora in uscita fotografica nella parte più viva della città».
Un’indagine della periferia ispirata, dunque, dalla ricerca di significative opportunità con un approccio attento a evitare i luoghi comuni con cui questi contesti urbani vengono spesso affrontati.
Le 12 borgate raccontano un silenzio apparente, quello coincidente col collettivo ristoro nelle prime ore del mattino del giorno festivo, dopo la routine dei giorni precedenti.
In quei momenti, gli edifici raccolgono la massima presenza di vite mentre piazze e strade sono praticamente deserte.
L’indagine, pur restando fedele all’asciuttezza, ai valori, alla storia e alle trasformazioni delle borgate, rifugge da impostazioni di ripresa voyeuristica, un po’ pettegola e retorica sullo stato di problematiche che non sono comunque taciute.
Prendendo volutamente le distanze da spettacolari alterazioni post-produttive, si è privilegiata la percezione del luogo, del rapporto tra territorio-uomo, misurandone linee, angoli e contrasti nei loro limiti e nelle loro possibilità di sviluppo sociale.
La mostra, a cura di Daniele Zedda, è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale – Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.