A Padova, a Palazzo Zabarella, dal 19 settembre 2009 al 31 gennaio 2010 è aperta al pubblico la mostra Telemaco Signorini e la pittura in Europa. Curata da un Comitato Scientifico composto dai maggiori studiosi della pittura italiana del XIX secolo, l’esposizione propone i massimi capolavori dell’artista toscano vis a vis con quelli di altri grandi maestri della pittura europea, da Degas a Van Gogh, Tissot, Decamps, Troyon, Toulouse-Lautrec, Courbet.
Un confronto affatto casuale ma attentamente mirato su assonanza di temi e di tempi, oltre che su reciproche frequentazioni e conoscenza.
Così i suoi “interni” si accompagnano a quelli di Edgar Degas o Henri de Toulouse-Loutrec, le vie di numerose città italiane ma anche francesi o inglesi sono raffrontate ad analoghi soggetti dipinti da Tissot. Esempi di un affascinante itinerario espositivo che documenta l’intero percorso artistico di Signorini, presentando tutte le sue opere più significative e famose, arricchendolo di confronti forti, mirati, precisi, mai pretestuosi, con gli altri protagonisti della storia dell’arte in Europa negli ultimi decenni dell’Ottocento. Ne emerge la grandezza del fiorentino, unico, o quasi, tra i Macchiaioli a godere, già in vita, di un successo e di un mercato veramente internazionali.
Fine intellettuale, Signorini venne riconosciuto in Italia e in Europa anche per le sue qualità di critico militante, attento a ciò che accadeva nel mondo dell’arte ma anche nella società.
Di questa “attenzione al sociale”, per dirla con un linguaggio d’oggi, è emblema lo splendido, fortissimo olio scelto come “logo” della mostra. E’ la celeberrima “Alzaia” del 1864, dove tre giovani sono raffigurati nello sforzo bruto di trascinare controcorrente, piegati dalla fatica, un naviglio che nel quadro non compare ma di cui si intuisce la resistenza oltre che l’esistenza.
All’adesione all’estetica naturalistica di Proudhon si può ricondurre la sua forte attenzione per emarginati e reclusi, attenzione declinata in numerose opere tra cui quella “Sala delle agitate al san Bonifazio di Firenze” che susciterà l’ammirazione di Degas durante la visita allo studio di Telemaco nel 1875.
La mostra, che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è promossa dalla Fondazione Bano e dalla Fondazione Antonveneta.