“L’ icona russa: Preghiera e Misericordia” è il titolo della mostra che dal 10 ottobre al 3 dicembre 2017 è aperta al pubblico al Museo di Roma – Palazzo Braschi.
L’esposizione, a cura di Lilija Evseeva, è dedicata al 25° anniversario dell’instaurazione delle relazioni ufficiali tra la Federazione Russa e il Sovrano Ordine di Malta ed è, inoltre, particolarmente significativa nel 2017, anno in cui si celebra il 320° anniversario dell’avvio ufficiale delle relazioni tra l’Impero russo – guidato da Pietro il Grande – e l’Ordine al tempo in cui governava l’isola di Malta.
In mostra 36 icone del XVII-XVIII secolo provenienti dalle collezioni del Museo centrale di arte e cultura russa antica Andrey Rublev e il Museo Privato dell’Icona Russa, e un’opera di Vladimir Tatlin, Composizione con superfici trasparenti (1916), mai esposta finora, oltre a una scultura contemporanea, Madre di Dio Grande Panagia di Dmitrij Gutov (2012), entrambe appartenenti a collezioni private.
Il tema centrale della mostra – Preghiera e misericordia – non resta dunque confinato all’ambito delle opere d’arte medioevali ma trova prosecuzione nell’epoca dell’avanguardia russa e nell’arte russa contemporanea.
Scopo fondamentale della mostra è quello di testimoniare, attraverso immagini iconiche, l’eccellenza delle maestranze russe, capaci di rinnovare ogni volta la suggestione spirituale pur attenendosi fermamente alla tradizione figurativa. Agli occhi degli spettatori l’icona si fa quindi rappresentazione di una spiritualità forte e diventa veicolo di un invito all’idea dell’amore perfetto di Dio per l’uomo.
In mostra vengono presentate sia opere di botteghe e laboratori ampiamente noti (ad esempio, è presente una Trasfigurazione dipinta nel Palazzo dell’Armeria di Mosca), sia icone provenienti dalle regioni del Volga, di Kargopol’, del bacino del fiume Kama – territori nei quali nel corso del XVII-XVIII secolo si svilupparono scuole e maniere iconografiche locali.
Si possono ammirare icone mariane (la Madre di Dio Odigitria di Šuja e la Madre di Dio Odigitria di Tichvin del XVII secolo, la Madre di Dio della Passione della fine XVII-primo terzo del XVIII secolo), un ciclo cristologico (la Trasfigurazione del XVII secolo, l’Entrata del Signore a Gerusalemme del XVIII secolo, la Resurrezione di Cristo del XVIII secolo), e anche l’Arcangelo Michele, San Nicola Taumaturgo (di Zarajsk), il Miracolo di san Giorgio e il drago, i Martiri Quirico e Giulitta, la Grande Martire Parasceve, e infine, raffigurazioni di santi monaci russi: San Sergio di Radonež, i Santi Zosima e Savvatij, San Makarij di Unža, San NildiStolbnyj, i Santi Evfimij e Chariton di Sjamžem.
Il progetto, patrocinato dell’Ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede e il Sovrano Ordine di Malta, è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ed è stato reso possibile grazie alla collaborazione di due importanti musei moscoviti, il Museo centrale di arte e cultura russa antica Andrey Rublev e il Museo Privato dell’Icona Russa.