Il PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta, dal 13 ottobre al 3 dicembre 2017, “ Io, Luca Vitone ”, mostra antologica dedicata alla produzione dell’artista italiano, nato a Genova nel 1964.
L’esposizione, curata da Luca Lo Pinto e Diego Sileo, attraversa trent’anni di carriera artistica di Luca Vitone, riunendo per la prima volta i suoi progetti più significativi.
Il suo lavoro esplora i modi in cui i luoghi costruiscono la loro identità attraverso la cultura: arte, musica, architettura, politica e minoranze etniche.
Tra i lavori in mostra “Souvenir d’Italie” (2010), che ricorda i 959 iscritti alla loggia massonica della P2; “Nulla da dire solo da essere” (2004), in cui su ventuno bandiere appese nel vuoto si trovano citazioni ricamate che provengono dall’ambito del pensiero libertario, attraverso cui Vitone combina l’iconografia del movimento anarchico con quella delle popolazioni Rom e Sinti; “Imperium” (2014), realizzato da una componente olfattiva e da una componente pittorico-monocromatica; l’autobiografico “Ultimo viaggio” (2005), che racconta il viaggio da Genova al Golfo Persico di Vitone con la famiglia nell’estate del 1977; Corteggiamento” (2003-2004), nella sua versione integrale con tutte e nove le sculture musicali dedicate alle muse.
Per l’occasione l’artista realizza anche due lavori site specific fortemente legati all’architettura del PAC.
Il progetto espositivo si estende, inoltre, alla città di Milano in tre sedi.
Il Complesso museale dei Chiostri di Sant’Eustorgio ospita, infatti, una sezione, curata da Giovanni Iovane, con opere realizzate tra la fine degli anni ‘80 a oggi, in armonia con uno dei luoghi dell’arte e dello spirito più importanti della città.
Nel Museo Diocesano “Carlo Maria Martini”, Luca Vitone rende omaggio tra gli altri a Lucio Fontana in qualità di “padre” culturale con l’opera “Nel Nome del Padre” – nata dalla collaborazione con Cesare Viel – proprio nella sala che ospita un nucleo di sculture del maestro italo-argentino; nella sala dell’Arciconfraternita invece Vitone presenta “Futuro Ritorno” (2008), un’installazione sonora che narra della condizione e dei desideri di ventidue persone emigrate in Italia.
Il Museo del Novecento invece allestisce per la prima volta l’opera “Wide City” (1998), acquisita dal Comune di Milano nel 2004. Centro dell’installazione è un modellino della Torre Velasca, architettura simbolo della città, intorno a cui sono disposte 180 fotografie, scattate dall’artista, che ritraggono luoghi particolarmente significativi per alcune delle più numerose comunità di stranieri presenti a Milano. Questi luoghi sono a loro volta riportati su una mappa della città, per la quale l’installazione funziona da punto di distribuzione.
La mostra, accompagnata da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, è promossa dal Comune di Milano – Cultura ed è prodotta dal PAC di Milano con Silvana Editoriale, in collaborazione con i Chiostri di Sant’Eustorgio e con il Museo del Novecento.
È previsto un ricco calendario con laboratori olfattivi, workshop di canto polifonico, lezioni di arte contemporanea, visite guidate con i curatori, incursioni di teatro, letteratura, musica e botanica urbana.