Le sale del Palazzo Ducale di Massa (Ms) ospitano, dal 28 ottobre al 26 novembre 2017, la mostra di Francesca Piqueras dal titolo “Paesaggio dell’umanità”.
In esposizione 25 immagini di grande formato che riassumono il percorso creativo di questa artista e fotografa che concentra la sua ricerca tra mare, cielo, metallo e ruggine fotografando relitti di navi abbandonate nei luoghi più remoti, piattaforme petrolifere, vecchie strutture industriali e militari.
Un caos di strutture metalli, coaguli marroni espulsi da un’umanità febbrile, violata dal mare e dal tempo, esiliato dal vivente. Cumuli sgualciti da tempeste, giganti caduti vinti dall’oblio, le loro carcasse macchiano l’oceano, la sabbia, nel silenzio e nel vento.
I “ relitti” di Francesca Piqueras si impongono come una parabola delle forze in movimento: l’invenzione dell’uomo contro l’inevitabile distruzione.
«Io fotografo ciò che l’uomo ha costruito per ragioni economiche o di guerra – spiega Francesca Piqueras -, dove spesso per le sue esigenze architettoniche inventa scuse incredibili costruendo in situazioni estreme e in un modo assai discutibile. Ma il mio scopo non è di denunciare, piuttosto mi interessa la follia umana, i suoi paradossi e le sue contraddizioni. Trovo che l’estetica di questi oggetti sia al suo massimo quando la natura fa il suo corso. Tempo, ruggine, degrado reinventano queste architetture e poeticamente scolpiscono e riscrivono la storia umana. La nostra storia. Fotografo da diversi anni il paradosso di un mondo industriale furioso – prosegue Piqueras -, paesaggi marini da cui emergono strutture arroganti: piattaforme petrolifere, naufragi, guerrieri forti, che scelgo quando sono al degrado, morenti, mangiate dagli elementi. Trovo una metamorfosi di sculture potenti e monumentali, dotate di autonomia, di una propria estetica che io trasformo in scenografie di design post-industriale. Io continuo a difendere questo realismo estetico e questi giganti caduti, abbandonati, dimenticati, totem e tabù della presenza umana, con i suoi eccessi e la sua incapacità di pensare il futuro del pianeta».
La mostra è la sesta del ciclo “Art Now” sulla comunicazione dell’arte contemporanea, promossa dal Comune di Massa con la direzione artistica di Mauro Daniele Lucchesi e dell’Associazione Quattro Coronati.