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A cinquant’anni dal terremoto del Belìce, mostra a Palermo

© Melo Minnella, Gibellina 1968 - Mostra Pausa Sismica. Cinquant’anni dal terremoto del Belìce
© Melo Minnella, Gibellina 1968 – Mostra Pausa Sismica. Cinquant’anni dal terremoto del Belìce

In occasione dei 50 anni del terremoto del Belìce la Fondazione Sant’Elia di Palermo ospita, dal 28 gennaio al 13 marzo 2018, la mostra “1968/2018 Pausa Sismica. Cinquant’anni dal terremoto del Belìce. Vicende e visioni”.

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Il 14 e il 15 gennaio del 1968 la Valle del Belìce viene colpita da un violento terremoto che causa gravi danni alle città della zona. Gibellina, insieme a Salaparuta, Montevago e Poggioreale, è quasi del tutto rasa al suolo.

L’esposizione, che ripercorre la storia di Gibellina dal terremoto alla costruzione della città nuova, va avanti per sezioni ed è articolato secondo la pluralità di linguaggio che è propria dell’arte: pittura, scultura, teatro, foto, video, poesia, musica, architettura e installazioni contemporanee.

Si parte dalla cronaca: la notte del terremoto, tra il 14 e il 15 gennaio 1968, e gli scatti dei fotografi – Brai, Giaramidaro, Minnella, Scafidi – che l’indomani si precipitarono nella valle tra Palermo e Trapani; i primi video delle Teche RAI, gli scatti di Letizia Battaglia nella baraccopoli.
Quindi la sezione Arte, con opere, fra i tanti, di Guttuso, Schifano, Rotella, Scialoja; bozzetti di sculture e frammenti di scenografie di Pomodoro, Paladino, Consagra, Isgrò per le Orestiadi; il Cretto di Burri, i versi dei poeti, la musica, l’archivio orale e molto altro ancora.

E ancora: il progetto urbanistico per Gibellina Nuova, i bozzetti dei monumenti e le opere degli artisti che, raccogliendo l’appello del sindaco Ludovico Corrao, parteciparono al tentativo di ricostruzione di quel territorio e del suo paesaggio distrutto dal sisma nel segno dell’arte e della land art.
Alla ricostruzione e a Gibellina Nuova è dedicata un’intera sezione che esplora l’urbanistica, le architetture, le sculture attraverso i modelli delle opere.

La mostra, curata dalla Fondazione Orestiadi, è co-prodotta dalla Fondazione Sant’Elia ed è realizzata in collaborazione con il Comune di Gibellina, il Cresm (Centro di ricerca e sviluppo per il Meridione) di Gibellina, Rai sede Sicilia, il Comune di Santa Margherita di Belìce e il Museo della Memoria di Santa Margherita di Belìce.

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