La Fondazione MAST di Bologna presenta, dal primo febbraio fino al primo maggio 2018, la mostra dei finalisti del concorso GD4PhotoArt che dal 2018 diventa Mast Foundation For Photography Grant on Industry and Work.
La selezione biennale di giovani fotografi promossa dalla Fondazione MAST, ha lo scopo di documentare e sostenere l’attività di ricerca sull’immagine dell’industria, le trasformazioni che questa induce nella società e nel territorio, il ruolo del lavoro per lo sviluppo economico e produttivo.
Giunto quest’anno alla quinta edizione, il concorso è nato per promuovere l’attività fotografica delle nuove generazioni di artisti sul tema del lavoro e dell’industria.
La mostra, curata da Urs Stahel, direttore della collezione di fotografia industriale di Fondazione MAST, espone i progetti realizzati appositamente per il concorso dai quattro finalisti: Mari Bastashevski (Russia), Sara Cwynar (Canada), Sohei Nishino (Giappone) e Cristobal Olivares (Cile).
Mari Bastashevski è un’artista, scrittrice e ricercatrice. Nata in un paese che non esiste più, l’Unione Sovietica, vive attualmente in Svizzera, ma è spesso in giro per il mondo. Il suo lavoro – frutto in genere di ampie ricerche on line e sul campo – combina documenti a fotografie e testi, ed esplora l’intersezione tra individui, aziende private e amministrazioni pubbliche.
Gli oggetti ready-made e le immagini che appaiono nei video e nelle fotografie di Sara Cwynar hanno il sapore del tempo che svanisce. Utilizzando molteplici strumenti, set di studio, collage, e tecniche di ri-fotografia, l’artista realizza scene composite a partire da annunci pubblicitari di riviste, da cartoline o cataloghi. Il suo principale interesse speculativo è indagare come le immagini popolari e le costruzioni grafiche lavorano nella psiche di ciascuno di noi e come le loro strategie visive invadono la nostra coscienza.
Sohei Nishino realizza opera basate sulle sue esperienze personali, legate a viaggi e peregrinazioni. Nelle sue “mappe dioramiche” unisce fotografia, collage, cartografia e psicogeografia per creare paesaggi urbani stampati in grande formato. L’artista percorre le vie di una città per circa tre mesi, cercando le prospettive più interessanti e accumulando centinaia di rullini. Poi stampa manualmente le immagini e le dispone minuziosamente in grandi tableaux. A prima vista le mappe sono quasi astratte, ma quando le si esamina in dettaglio si delinea un intero diorama – il teatro in miniatura delle sue personali esplorazioni urbane.
Cristóbal Olivares è un fotografo documentarista, con un profondo interesse per le questioni sociali. È co-fondatore di Buen Lugar Ediciones, una casa editrice indipendente specializzata in riviste e libri di fotografia. Nel novembre 2015 ha pubblicato il libro A-MOR sul femminicidio e la violenza domestica in Cile, premiato come miglior libro fotografico dell’anno da POY Iberoamerica. Dal 2014 alla metà del 2016 Cristóbal ha preso parte al VII Photo Agency Mentor Program.