Presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò negli Stati Uniti, dal primo maggio al 14 giugno 2018, è aperta al pubblico la mostra personale dell’artista italiano Alessandro Piangiamore dal titolo Marango, curata da Vittorio Calabrese.
L’esposizione presenta quattordici opere dalle serie Ieri Ikebana, La cera di Roma, Belvedere e Primavera Piangiamore, oltre a un nuovo lavoro site-specific tratto dal progetto dell’artista Tutto il vento che c’è.
Il titolo della mostra, Marango, significa nel dialetto sicialiano amaranto, un fiore originario del Sudamerica da cui si estrae un colore che caratterizzava la produzione tessile delle antiche culture mesoamericane. L’amaranto è uno degli elementi presenti nelle composizioni di Ieri Ikebana di Piangiamore, a simboleggiare il rapporto tra materiali, tradizione e natura, tipico dell’opera dell’artista.
In questa mostra Alessandro Piangiamore mette in dialogo le opere allestendo installazioni composite che propongono una nuova lettura del loro impatto visivo e dei significati reciproci. Attraverso l’uso di materiali facilmente reperibili nella vita quotidiana, nonché la propensione a rinunciare al controllo del risultato materiale a favore dell’idea, l’artista attinge al lessico dei suoi predecessori associato all’Arte Povera.
«Nelle mie ricerche cerco spesso di cristallizzare tutto ciò che è effimero e fugace attraverso un approccio pratico alla materia, che mi permette di scindere la realtà e catturarla – dichiara Alessandro Piangiamore -. Tra fisico e astratto, tra natura e artificio, più che a creare singoli oggetti la mia ricerca mira a farne emergere forma interna e immagini. Piuttosto che essere statici o frontali, i loro tratti si realizzano attraverso evocazioni e spostamenti semantici e visivi».