È dedicata a Fritz Koenig la mostra monografica che dal 21 giugno al 7 ottobre 2018 è aperta al pubblico a Firenze negli spazi verdi del Giardino di Boboli e nelle sale della Galleria degli Uffizi.
L’esposizione, dal titolo “Fritz Koenig 1924 – 2017. La Retrospettiva (1924 – 2017)”, presenta una grande quantità di sue opere, fra sculture e disegni, compresi anche i lavori degli ultimi quarant’anni della sua vita.
Il bronzo, la pietra, il corten delle monumentali sculture di Koenig ritmano gli spazi del capostipite dei giardini all’italiana offrendo alla vista l’intreccio prezioso fra le loro forme e lo sfondo di panorami unici e le quinte delle siepi, dei grandi alberi, dei prati.
Il grande scultore tedesco, al quale ora Firenze dedica la prima antologica dopo la sua morte, avvenuta il 22 febbraio 2017, è conosciuto dal grande pubblico soprattutto come l’autore della celebre ‘Sfera di metallo‘ delle Twin Towers di New York. L’opera, danneggiata dall’attacco terroristico del 2001, ma non distrutta, grazie all’intervento di restauro del suo creatore, oggi è ancora lì, a Ground Zero, esposta come memoriale delle vittime dell’attentato.
«È un’occasione particolarmente fortunata che la prima retrospettiva di Fritz Koenig abbia luogo proprio a Firenze – afferma il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt -. Non soltanto è la prima iniziativa del genere che gli viene dedicata dopo quella del 1974 svoltasi per celebrare i suoi cinquanta anni alla Haus der Kunst Monaco, ma è anche la più grande mostra personale mai dedicata a uno scultore a Firenze, addirittura ancora più completa rispetto a quella dedicata nel 1972 ad Henry Moore, ormai entrata nella storia della museologia e delle mostre. Per la prima volta vengono presentate tutte le fasi creative di Koenig, inclusa quella particolarmente interessante: quarant’anni di opere create nella seconda metà della vita di Koenig, in cui l’artista si era completamente ritirato dal mercato e dal business dell’arte. La sinossi tra i primi lavori e quelli della fase più matura – continua Schmidt -, caratterizzati da un potere creativo continuo e anzi crescente, dimostra tanto l’unità artistica della sua opera quanto la forza innovativa e la precisione di ogni singolo lavoro, in tutti i suoi aspetti. Il rango di Koenig, che si deve considerare il più importante scultore tedesco della seconda metà del XX secolo e uno dei massimi artisti del secolo scorso, è stato precocemente riconosciuto soprattutto negli Stati Uniti, con acquisti già alla fine degli anni Cinquanta e all’inizio degli anni Sessanta da parte di Peggy Guggenheim, del MoMA e anche del Minnesota Museum of Art, fino alla commissione epocale della Kugelkaryatide (la Sfera) per la piazza del World Trade Center a New York (1968-1972)».
Il curatore della mostra Alexander Rudigier scrive sul catalogo: «Fritz Koenig aveva occhi blu, attenti. Aveva anche delle mani bellissime con dita forti e allo stesso tempo affusolate, proprio come lui stesso le ha disegnate. Era un uomo pieno di fascino, subito ammaliava chiunque. Il fascino è, secondo un’ineguagliabile definizione di Albert Camus, ciò che porta una persona a dire sì prima ancora che gli sia stato chiesto qualcosa. Con le donne diventava addirittura un seduttore, e a loro non riusciva a resistere».
E proprio l’amore è stato fra i temi dominanti del suo lavoro, come, del resto, la morte, gli epitaffi, l’olocausto.
La mostra di Firenze, promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Gallerie degli Uffizi, Firenze Musei, è realizzata in collaborazione con Skulpturenmuseum im Hofberg – Stiftung Koenig, Stadt Landshut e con il patrocinio del Duca Franz di Baviera, amico personale dell’artista e importante collezionista internazionale di arte contemporanea.